“Siamo in una fase avanzata del processo di notifica formale della transazione” con Ita Airways “alla Commissione europea e alle altre autorità competenti e non vediamo l’ora di continuare il nostro dialogo costruttivo verso un via libera tempestivo”. Sono le parole del portavoce della compagnia tedesca Lufthansa che “batte un colpo” dopo le polemiche, le indiscrezioni e le ricostruzioni più o meno fantasiose degli ultimi giorni. Il governo Meloni ha in più occasioni palesato il suo malumore per presunte lentezza da parte di Bruxelles nell’autorizzare l’acquisizione del 40% della piccola Ita Airways. La presidente del Consiglio se l’è presa con il commissario Paolo Gentiloni che, in quanto italiano, avrebbe dovuto essere un po’ più attivo nello sveltire i tempi della procedura. la Commissione ha risposto che la competenza è di un altro commissario (alla Concorrenza e non all’Economia) e che comunque sul suo tavolo non sono ancora arrivate le notifiche necessarie. C’è persino chi ipotizza che Gentiloni stia cercando di far rientrare in partita Air France.

Sulla vicenda torna oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che afferma “Sarebbe assurdo e incomprensibile” che dalla Ue ci fossero “freni” alla fusione tra Ita e Lufthansa. L’Ue “dovrebbe dare un giudizio non solo positivo, ma lodevole”. “L’Europa – ricorda Urso – ha chiesto a tutti i governi che ci hanno preceduto di risolvere la questione ex Alitalia attraverso una privatizzazione. Gli altri governi non hanno saputo affrontare la questione, e noi la risolviamo con una procedura che prevede che una compagnia straniera ne acquisisca una parte, seguendo perfettamente l’impulso che l’Europa ha dato per anni”. Sull’operazione pende però anche la spada di Damocle delle cause di lavoro intentate dagli ex dipendenti di Alitalia lasciati a casa. Diverse pronunce hanno stabilito l’esistenza di una continuità aziendale tra Alitalia ed Ita, circostanza che imporrebbe il reintegro dei licenziati.

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