Resta in carcere senza che si sappia il perché il ricercatore 23enne italo palestinese Khaled El Qaisi. Nell’udienza che si è svolta oggi o giudici israeliani hanno prolungato la custodia cautelare per altri 7 giorni accogliendo solo in parte la richiesta di 11 giorni fatta dalla procura. Arrestato lo scorso 31 agosto mentre rientrava con moglie e figlio da una vacanza in Palestina. Al giovane è impedito di parlare con i familiari e con i propri legali senza che sia stato fornita alcuna motivazione per la sua detenzione. El Qaisi, che studia all’Università La Sapienza di Roma, non ha alcun tipo di precedente e, per quel poco che se ne sa, le autorità italiane non hanno la minima idea delle ragioni della detenzione. I legali del giovani parlano di un totale spregio dei principi della civiltà del diritto da parte di Israele.

Domani a La Sapienza si svolgerà un’assemblea pubblica a cui parteciperanno i parenti di El Qaisi e il suo avvocato. L’obiettivo è anche quello di sollecitare una reazione ufficiale da parte delle autorità italiane sinora silenti. Come rileva Amnesty International, Israele detiene in violazione del diritto internazionale e del giusto processo 5000 palestinesi, di cui oltre 1200 senza accusa né processo. L’organizzazione per i diritti umani auspica quindi “una risposta forte a livello internazionale”

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