“Viviamo mesi difficili, segnati dall’impatto di molteplici crisi di diversa natura: dall’esecrabile aggressione russa all’Ucraina ai tanti conflitti irrisolti in altri quadranti geografici, dal cambiamento climatico all’insicurezza alimentare. Tutto ciò accresce la precarietà economica e il rischio di sfruttamento di esseri umani. È quindi più che mai necessario mantenere salda la tutela dei lavoratori. Di tutti i lavoratori, ovunque essi si trovino, quale che sia la loro nazionalità, per prevenire e sanare inaccettabili forme di marginalizzazione“. Con questo messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda il 67° anniversario della tragedia di Marcinelle, la cittadina belga in cui nel 1956 morirono 275 lavoratori di una miniera di carbone, di cui 136 immigrati italiani. Parole destinate ad assumere un peso anche nel dibattito in corso sul salario minimo, dopo che la premier Giorgia Meloni ha accettato di incontrare le opposizioni per discutere della loro proposta di legge unitaria sul tema (il cui esame alla Camera è stato rinviato all’autunno).

“La doppia ricorrenza dell’anniversario del disastro minerario di Marcinelle e della Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, dice il capo dello Stato, “ci consente di ricordare con riconoscenza il sacrificio dei 136 minatori italiani che persero la vita al Bois du Cazier (la miniera di Marcinelle, ndr) e di tutti i connazionali caduti sul lavoro all’estero. Con il loro operato essi hanno contribuito a promuovere i più alti valori sociali e culturali che animano la Costituzione repubblicana e la stessa casa comune europea, a cominciare dal diritto al lavoro”. E ricorda il dramma delle morti bianche: “Nel ringraziare sua maestà la regina Paola (i reali del Belgio hanno reso omaggio a Marcinelle, ndr) per aver onorato con la sua presenza questo momento di memoria, rinnovo le più sentite espressioni di cordoglio e vicinanza ai familiari delle vittime della tragedia di Marcinelle e di ogni altro tragico evento nel corso del quale cittadini italiani abbiano perso la vita nell’adempimento dei loro doveri professionali“.

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