Diventa definitiva l’assoluzione dei genitori dell’ex premier Matteo Renzi nel processo per false fatture. La corte di Cassazione ha dichiarato “inammissibile” il ricorso del Pg di Firenze contro il proscioglimento di Laura Bovoli e Tiziano Renzi, emesso dalla Corte di Appello del capoluogo fiorentino il 18 ottobre 2022 con la formula “perchè il fatto non costituisce reato”. Ci sarà invece un appello bis per l’imprenditore Luigi Dagostino, che era stato condannato a nove mesi per truffa aggravata.

In primo grado, ìl 7 ottobre 2019, i genitori dell’ex premier e attuale leader di Italia Viva erano stati condannati a un anno e nove mesi di reclusione per emissione di fatture false. Contro il proscioglimento pronunciato dai magistrati di secondo grado, il Pg fiorentino aveva fatto ricorso in Cassazione che, velocemente, – a fronte delle motivazioni depositate solo lo scorso marzo dalla Corte di appello – ha fissato l’udienza svoltasi oggi, dato che c’era il rischio prescrizione per uno dei reati contestati all’imprenditore pugliese Dagostino. Anche lui, dopo la condanna a due anni di reclusione in primo grado, era stato assolto in appello per le false fatture e condannato a nove mesi di reclusione per il solo reato di truffa aggravata. Gli si contestava di aver sollecitato alla nuova dirigenza della Tramor, la società da lui amministrata prima del passaggio nella holding del lusso Kering, il pagamento della fattura da 140mila euro. Per quanto lo riguarda, ci sarà un appello bis, visto che gli ermellini hanno accolto il ricorso del Pg in relazione a un capo d’accusa dal quale era stato prosciolto.

Il processo riguardava il pagamento di fatture emesse da società dei Renzi nel 2015 – una da 20.000 euro dalla società Party, un’altra da 140.000 euro più Iva dalla Eventi 6 – per consulenze ad aziende riferibili a Dagostino. Le consulenze riguardavano uno studio di fattibilità per un’attività di ristorazione e per potenziare il flusso di turisti, in particolare orientali, verso l’outlet The Mall nel Valdarno. Secondo l’accusa, si sarebbe consumata l’emissione di fatture false per giustificare il passaggio di denaro per prestazioni mai svolte: durante le perquisizioni la Guardia di Finanza non avrebbe trovato né lettere di incarico né elaborati. “Anche se risulta dimostrato che le fatture emesse dalla Party ed Eventi6 non corrispondono a prestazioni commerciali realmente effettuate”, il fatto non costituisce reato e i genitori dell’ex premier non hanno agito per evadere le imposte, avevano scritto i giudici d’appello nel verdetto di proscioglimento. “La finalità perseguita – aggiungeva inoltre il verdetto – era esclusivamente per motivi extrafiscali, attinente a versamenti che l’imprenditore Luigi D’Agostino ha ritenuto di fare per ragioni che il processo non ha chiarito”. Tra circa un mese si conosceranno le motivazioni della decisione della Suprema corte. “Con la decisione della Corte di Cassazione di oggi si chiude un processo, quello contro i miei genitori, che non avrebbe mai dovuto essere aperto. Solo l’ostinazione pervicace e ideologica della procura di Firenze ha costretto lo Stato italiano a spendere centinaia di migliaia di euro del contribuente per una vicenda giuridicamente inesistente – scrive in una nota l’ufficio stampa di Matteo Renzi – Non esiste risarcimento per la sofferenza di tutta la famiglia in questi anni. Ma la definitiva assoluzione dimostra, una volta di più, che fare le battaglie in tribunale e affermare la verità è il modo più serio di rispettare le Istituzioni contro chi usa alcune procure come arma politica nei confronti degli avversari”.

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