Le esportazioni di trattrici e macchine agricole italiane in Russia nel 2021 sono state pari a 124 milioni di euro, con una crescita del 29% rispetto all’anno precedente. La guerra in corso ha cambiato questi numeri, ma se si pensa che la superficie terrestre russa da coltivare è pari a quella dell’intera Francia, si ha un’idea più precisa di quanto la Russia abbia necessità di trattori e mietitori.

Nonostante le sanzioni e il divieto dell’Unione Europea di esportare macchine agricole in Russia, a causa del fatto che alcuni dei suoi componenti sono prodotti a duplice uso e possono essere utilizzati per la fabbricazione di armi, l’azienda italiana bergamasca SDF Group è riuscita a riprendere le forniture di macchine agricole in Russia. La Russia è un mercato importante per l’azienda, insieme a Cina, India e Turchia. Il gruppo SDF produce macchine agricole con il marchio Deutz Fahr.

Le importazioni parallele attraverso paesi terzi, come l’Armenia e la Georgia, avvengono attraverso una società russa, la AgroTechRussia, di proprietà di Sergei Zanozin, ex top manager del gruppo GAZ, di proprietà dell’oligarca Oleg Deripaska, anch’esso sottoposto a sanzioni. Lo stesso Sergey Zanozin non è in nessuna lista di sanzioni. In generale le aziende italiane non vogliono lasciare la Russia.

Secondo quanto riportato dai media russi, Alessandro Maritano, membro del consiglio di amministrazione di SDF Group, ha assicurato che AgroTechRussia rimane il rappresentante esclusivo di Deutz Fahr nella Federazione Russa e SDF Group continua a fornire tutto il supporto necessario ai clienti in Russia.

Le esportazioni agricole dalla Russia sono un importante generatore di entrate, pari a oltre 38 miliardi di euro nel 2022. L’agricoltura è tra i primi cinque settori che contribuiscono maggiormente ai guadagni delle esportazioni del Paese.

Fino a febbraio 2022, la Russia ha importato più di un terzo della sua flotta di macchine agricole, acquistando circa 3.000 trattori e fino a 1.000 mietitrici ogni anno, per un importo di circa 1,3 miliardi di euro. Pur avendo le proprie strutture per la costruzione di macchine, la Russia ha faticato a soddisfare la significativa domanda di macchine agricole necessarie per coltivare oltre 75 milioni di ettari di terreno. I maggiori fornitori di macchinari in Russia erano importanti aziende globali come l’americana Deere, la tedesca e appunto l’italiana SDF Group.

In seguito all’attacco della Russia all’Ucraina, tutte e tre le società hanno espresso forte disapprovazione per l’azione militare e hanno cessato la fornitura di macchinari, pezzi di ricambio, nonché il funzionamento dei loro impianti di assemblaggio in Russia. Successivamente la fornitura di macchine agricole ha subito limitazioni a livello dell’Ue a causa della classificazione di alcune parti e componenti come beni a duplice uso, con potenziali applicazioni nella produzione di armi. Ciò ha avuto un impatto tangibile sull’agricoltura in Russia: con il blocco delle forniture e l’indisponibilità delle parti necessarie, alcuni agricoltori sono ricorsi al “cannibalismo” che prevedeva lo smantellamento di macchinari funzionanti per ottenere i componenti necessari. Questo rischia di compromettere le entrate della Russia dalle esportazioni agricole già nel 2023.

AgroTechRussia afferma di essere il distributore ufficiale di Deutz Fahr in Russia e afferma di possedere tutti i permessi necessari. A breve intende presentare una gamma degli ultimi trattori agli agricoltori russi.

Nel frattempo, gli esperti del settore suggeriscono che la ripresa segnalata delle consegne di macchinari Deutz Fahr in Russia sia in realtà il risultato di importazioni parallele attraverso paesi come Armenia e Georgia. Queste importazioni sarebbero effettuate con l’autorizzazione del Gruppo SDF. Con i concorrenti che escono dal mercato, SDF Group ha una significativa opportunità di espandere più volte la propria quota di mercato in Russia. Fonti del settore indicano che almeno 150 unità di macchinari Deutz Fahr sono state importate in Russia nei primi tre mesi del 2023.

La posizione del Gruppo è in linea con le recenti affermazioni di Vittorio Torrembini, responsabile dell’Associazione GIM Unimpresa degli Imprenditori Italiani in Russia. Torrembini ha sottolineato che nonostante le pressioni esercitate da politici e mass media europei e americani, le imprese italiane non intendono ritirarsi dalla Russia.

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