“Stavano tutti dormendo, credo. A svegliarci è stata la violenta frenata e poi il botto, quando ci siano scontrati con le auto, prima di finire nella scarpata”. È questa la ricostruzione fatta da uno dei passeggeri del bus finito in una scarpata a causa di un incidente mortale avvenuto all’alba di oggi sull’A16, all’altezza del comune avellinese di Vallesaccarda. Il giovane, di Lecce, era diretto a Roma e da lì, poi, a Firenze. Ha una brutta contusione alla spalla, come tanti altri passeggeri che erano con lui ma, fortunatamente, sta bene. Il pullman Flixbus era partito dal capoluogo salentino alle 23 di sabato 3 giugno con a bordo 36 passeggeri e due autisti, e sarebbe dovuto arrivare a alla stazione Tiburtina, nella Capitale, alle 7 di questa mattina: intorno alle 4 del mattino, però, mentre procedeva sull’autostrada A16 Napoli-Canosa, in direzione Napoli, all’altezza del comune di Vallesaccarda al km 101, appena dopo una curva, si è trovato all’improvviso la strada sbarrata da due auto, precedentemente rimaste coinvolte in un tamponamento a catena. L’autista ha immediatamente frenato e sterzato sulla sinistra, dirigendosi verso il guardrail ma non è riuscito ad evitare l’impatto: il mezzo ha urtato uno dei veicoli fermi, si è ribaltato ed è finito nella scarpata sul lato destro della carreggiata, fortunatamente non molto profonda. Altre tre vetture, che seguivano il pullman, sono finite contro le auto ferme al centro della carreggiata.

La vittima è l’autista di una delle vetture, sbalzato fuori dalla sua auto a causa dell’impatto con le altre macchine. Sul luogo dell’incidente sono subito intervenuti i soccorsi sanitari e meccanici, i Vigili del Fuoco, le pattuglie della Polizia Stradale ed il personale della Direzione di Tronco di Cassino di Autostrade per l’Italia. Intorno alle 9 il tratto autostradale interessato è stato riaperto al traffico. I Vigili del Fuoco, con un autogru, per ore sono stati impegnati non solo ad estrarre dalle lamiere i passeggeri del bus, ma anche a verificare nell’area circostante che non ci siano persone sbalzate fuori dai finestrini: “È stato uno schianto tremendo: in pochi secondi ci siamo ritrovati nella scarpata. Il bus è rimasto quasi sospeso, siamo riusciti ad uscire uno per volta strisciando pancia a terra”, ha raccontato una delle passeggere.

Le piante hanno attutito la caduta del pullmann. Tre dei 14 feriti – di cui uno è in pericolo di vita e un altro molto grave – sono stati portati ad Ariano Irpino, tre ad Avellino e gli altri otto a Benevento. Sul posto è intervenuta anche una eliambulanza del 118 che però non ha effettuato nessun trasferimento. I passeggeri del bus e delle auto coinvolte che non hanno avuto la necessità di ricorrere alle cure mediche sono stati ospitati nella palestra comunale di Grottaminarda: i medici del centro avellinese li stanno refertando uno per uno. C’è chi ha il collare, chi delle fasciature agli arti ma niente di più.

Il precedente – L’incidente ha richiamato immediatamente alla memoria la strage del bus che il 28 luglio del 2013 causò la morte di quaranta persone originarie di Pozzuoli (Napoli), precipitate dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, nel territorio del comune di Monteforte Irpino, in provincia di Avellino. La più grave tragedia autostradale italiana si verificò intorno alle 20:30 di una domenica d’estate nella quale, dopo alcuni giorni in gita nei luoghi di Padre Pio, la comitiva di famiglie e amici stava tornando a casa a Pozzuoli. A provocare l’incidente sarebbe stato un guasto che avrebbe disattivato l’impianto frenante del bus mentre stava percorrendo in discesa il tratto autostradale. L’autista tentò in ogni modo di frenare la corsa del veicolo, che aveva percorso oltre un milione di chilometri, accostandosi alle barriere del viadotto che però non ressero facendo precipitare il bus da un’altezza di trenta metri. Trentotto persone morirono sul colpo, due nei giorni successivi. Dieci i superstiti. Da allora i comuni di Pozzuoli e Monteforte Irpino sono gemellati.

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