Al centro dell’omicidio di Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese uccisa dal suo fidanzato che ha anche tentato di bruciarne il cadavere, c’è la doppia vita del suo compagno Alessandro Impagnatiello. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sabato 27 maggio – ovvero il giorno prima della denuncia di scomparsa da parte del fidanzato -, Tramontano incontra l’amante del compagno, una sua collega americana. Anche questa ragazza mesi fa era rimasta incinta, poi aveva abortito.

Che il 30enne barman avesse una doppia vita le due donne ne hanno certezza a partire “da aprile” poi proprio quella sera avviene l’incontro. È l’amante a volerlo, che non crede più alla versione del 30enne che continua a screditare la compagna e anche la sua gravidanza. Entrambe le donne, prima ignare l’una dell’altra, a quanto si è appreso, dallo scorso aprile avevano iniziato ad avere sospetti sul fatto che il 30enne avesse un’altra relazione. Con la collega-amante il 30enne avrebbe più volte parlato male della fidanzata, dicendo, pare, anche che avesse problemi mentali e non solo, per screditarla in ogni modo. La ragazza, anche lei rimasta incinta, aveva abortito mesi fa.

Quello del 27 maggio è stato un incontro chiarificatore in cui Giulia, probabilmente, prende contezza del castello di bugie dell’uomo che le dorme accanto. Una presa d’atto che la 29enne potrebbe aver rinfacciato al compagno, il quale – una volta rientrato in casa – avrebbe reagito con violenza. L’amante è estranea a quanto accaduto, ma non si esclude che il 30enne possa essere stato aiutato nel trasportare fuori il corpo, il che spiegherebbe le tracce biologiche – probabilmente sangue – trovate in auto.

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Giulia Tramontano trovata morta, il fidanzato confessa l’omicidio: “L’ho accoltellata 3 volte”. Poi ha provato a bruciare il corpo

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“Se n’è andata, ora sono libero”: il contatto di Impagnatiello con l’amante dopo l’omicidio di Giulia Tramontano. E tutte le bugie del killer

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