E’ stato appena rinnovato il manifesto di Procida redatto un anno fa nella capitale italiana della cultura da specialisti oncologi, esperti e manager della Sanità, ricercatori e specialisti provenienti da tutta Italia (Procida 27-28 maggio 2023). Il documento ha l’obiettivo di promuovere l’attenzione sullo stato dell’arte nella lotta al cancro.

Lo scorso anno, sempre a Procida, in un altro Convegno dove sono stato relatore e autore di un capitolo insieme al Presidente SVIMEZ Prof Adriano Giannola “Economia sostenibile ed ecosistema ambientale” (26-27 maggio 2022), La Valle del Tempo Editore, avevo già sottolineato la necessità di accendere i riflettori contemporaneamente sia sul costo sempre maggiore delle cure oncologiche che sul continuo e apparentemente irrefrenabile incremento, per carente tutela ambientale, dei casi di cancro incidenti, sinergia totalmente esplosiva a danno del nostro meraviglioso SSN pubblico, solidale e universale, specie nella mia massacrata Campania.

Quest’anno, il prof Romano Dainesi, Ordinario di Farmacologia clinica dell’Università di Pisa, ha fatto il punto sulle interazioni tra farmaci e sulla gestione ottimale delle nuove molecole in oncologia. Ciò che soltanto dieci anni fa aveva prospettive di sconfitta, oggi si apre a significativi traguardi e successi, ma che richiedono nuovi e onerosissimi impegni di spesa. Uno dei nodi da sciogliere è proprio la possibilità di assicurare, da parte del SSN, cure prolungate per i pazienti oncologici che rappresentano, per la sola oncologia, una spesa equivalente allo 0,5 per cento del PIL, ovvero un decimo circa della intera spesa sanitaria italiana!

Tutto il sapere umano, da millenni, segue un preciso sviluppo logico conoscitivo che è stato sistematizzato dai nostri Avi greci secondo un ordine preciso di grado di conoscenza : -filia, -sofia, -logia, -nomia.

Nulla si può conoscere se non si ama, nulla si può amare se non lo si conosce (filo+sofia = amore della conoscenza). Nulla poi si può amare e conoscere senza pensare, discuterne e studiare sistematicamente utilizzando gli strumenti precedenti (farmaco-logia, eco-logia) e, nelle Scienze biomediche, gli strumenti individuati dal “metodo” scientifico “riduzionista” devono tendere obbligatoriamente e quale vero, ultimo e unico scopo della ricerca scientifica in tutti i suoi campi alla -nomia (esempio: eco-nomia, che ormai domina le vite di tutti noi, ma anche farmaco-eco-nomia) affinché si possa lasciare una guida operativa sicura ai nostri posteri ancor più nel nostro Stato che ha fatto una precisa scelta nella propria Costituzione (art 32). Quindi è ineludibile scopo di qualunque sapere, in qualunque campo e ancor più nelle Scienze mediche, svolgere e fare ricerca al meglio nei propri specifici settori (farmaco-logia, sia essa sperimentale, clinica, genomica, ecc ecc) per arrivare, se svolta al meglio, all’ultimo e più importante stadio della Conoscenza, la sua sistematizzazione normativa (-nomia) a fini non scientifici ma gestionali, affinché la conoscenza acquisita possa essere trasmessa al meglio ai posteri.

Il numero dei pazienti con cancro in Italia è passato da 2.25 milioni di persone nel 2010 a non meno di 3.6 milioni di persone nel 2020 (+37.5% in soli dieci anni!) (AIOM). Tale cifra dopo il Covid sale a 3.9 milioni nel 2022 (32500 nuovi casi solo in Campania) (+42.3 %!). Francamente eccessiva.

La media dei costi di trattamento con farmaci innovativi per singolo paziente si aggira sui 50mila euro/ciclo terapia.

Mentre abbondano e si moltiplicano negli organigrammi aziendali del SSN le strutture dedicate alla sola ricerca farmacologica in gran parte sponsorizzata, alle sperimentazioni cliniche di fase 1 (controllo tossicità nuovi prodotti farmaceutici) al preciso scopo di abbreviare la massimo l’introduzione in commercio di farmaci innovativi ad altissimo costo a carico dello Stato, stanno progressivamente scomparendo dagli organigrammi e dai programmi di ricerca pubblica le strutture dedicate al monitoraggio e ai controlli della spesa farmaceutica e degli studi di fase IV (farmacovigilanza post marketing). Non per “estinzione” di discipline che sono invece il terminale obbligato di qualunque sviluppo di sapere (quindi anche e soprattutto sui farmaci) ma perché, in perfetta sintonia e sinergia, potere politico e Industria farmaceutica privata hanno deciso di demandare la questione farmacovigilanza – farmacoeconomia direttamente ad un rapporto diretto tra Ditte private ed Enti regolatori centrali (es AIFA), escludendo di fatto qualunque possibile “interferenza” a livello di azienda sanitaria periferica che potrebbe rallentare i processi di sviluppo, immissione in commercio e determinazione del prezzo al pubblico.

Questi processi di azzeramento di strutture aziendali dedicate alla “-nomia” e alla “-vigilanza” stanno accelerando dopo la epidemia da Covid.

La prossima riduzione della durata dei brevetti farmaceutici, voluta dalla Ue, sta spingendo l’acceleratore sul mantra della “ricerca e somministrazione di farmaci innovativi nel minore tempo possibile e a qualunque costo” nella pur fondata speranza di ricevere importanti innovazioni dalle cure ma soprattutto per assicurare il massimo del profitto nel minore tempo possibile prima della cessazione del brevetto.

La salute non ha prezzo ma ha dei costi, sempre maggiori e sempre più senza adeguati controlli aziendali periferici (strutture di farmacoeconomia e farmacovigilanza).

Come ho scritto ormai 15 anni fa, Bioetica ambientale e Prevenzione Primaria (finalizzata alla riduzione dei casi incidenti) e Farmacosofia (Farmacoeconomia, Farmacovigilanza e studi di fase IV) sono le discipline che non si devono né insegnare né fare praticare ai Medici e ai Farmacisti pubblici ma sono le uniche che potrebbero salvare il SSN. La mia (ultima) partita a scacchi non per sconfiggere il cancro (che nessuno assolutamente vuole sconfiggere ma potenziare, fidando nei lauti incassi delle cure innovative ad alto costo), ma per aiutare a sopravvivere e fare curare ancora a carico del SSN quanti più cittadini italiani (non in grado di pagarsi cure sempre più costose e fuori controllo) possibile, è iniziata da tempo.

Sono consapevole di perdere ma è mio dovere giocare la mia partita sino alla fine per dilazionare quanto più possibile non la mia, ma la morte del nostro SSN e, con esso, la morte di quella meravigliosa utopia contenuta nell’art 32 della nostra Costituzione.

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