In Campania ogni anno sono stimati circa 32.500 nuovi casi di cancro, nel 2022 in Italia le nuove diagnosi sono state 390.700. Nel 2020 prima del Covid erano già diventati 360.000.

Il numero dei pazienti con cancro in Italia è passato da 2.25 milioni di persone nel 2010 a non meno di 3.6 milioni di persone nel 2020, +37.5% in soli dieci anni! (dati Aiom). Tale cifra dopo il Covid sale a 3.9 milioni nel 2022 (+42.3 %!).

Di questi pazienti, circa uno su quattro (quindi quasi un milione di persone in Italia) ha la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può essere considerato guarito. Come scriveva Umberto Veronesi d’altra parte nel cancro il termine “guarigione” appare largamente inappropriato dal momento che la medesima aspettativa di vita esclude comunque la completa “restitutio ad integrum” degli organi colpiti e non lascia intravedere la comunque pessima qualità di vita di chi si è ammalato – e per tutto il resto della sua vita vivrà con angoscia ogni semplice raffreddore. Questi pazienti costituiranno comunque e sempre un ingravescente e insostenibile costo sanitario sul Ssn, perché saranno costretti a controlli clinici ininterrotti e costosi per tutto il resto della loro vita, se tutto va bene.

Dovremmo impegnarci tutti e implementare la ricerca, innanzitutto sulla tutela dell’ambiente di vita e di lavoro – oltre che sul migliorare i semplici stili di vita individuali non corretti. Di certo comunque la ricerca farmaceutica ha contribuito in maniera significativa a questi miglioramenti di diminuzione della mortalità, specie con la immunoterapia. Essa rende più forte il sistema immunitario contro il cancro. I progressi scientifici che hanno segnato la nuova era della sfida ai tumori sono ripercorsi nella campagna di informazione rivolta a tutti i cittadini «Lo so anch’io», realizzata da Bristol Myers Squibb, con la partecipazione di APaIm (Associazione Pazienti Italia Melanoma), Vivere senza stomaco (si può), Fiagop (Federazione Italiana associazioni genitori e guariti oncoematologia pediatrica), Tutor (Associazione Tumori Toracici Rari), Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e Walce (Women Against Lung Cancer in Europe) e il patrocinio di Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica).

Certo, proprio nel nome delle stesse associazioni si legge quanto inappropriato sia nel cancro il concetto di “guarigione”: “Vivere senza stomaco si può”? Così così. “Vivere senza prostata” o “senza vescica”? Si può certamente, ma con quale qualità di vita?

Col melanoma, prima dell’arrivo di questo approccio innovativo della immunoterapia, la speranza di vita era di circa 6 mesi e meno del 10% era vivo a 5 anni. Oggi la storia di questo tumore della pelle è cambiata. In particolare, grazie alla combinazione di due molecole immunoncologiche, nivolumab e ipilimumab, in prima linea nel melanoma metastatico, quasi la metà dei pazienti (48%) è vivo a 7,5 anni (P. Ascierto). Successi estremamente importanti nel melanoma (incidenza 14.900 casi nel 2020 vs 3.6 milioni di nuovi casi totali), purtroppo molto meno per esempio nel caso dei tumori big killers campani, come per esempio il carcinoma della vescica che vede nell’inquinamento da tricloro e tetracoloroetilene dei pozzi in Terra dei Fuochi campana la sua principale patogenesi.

Quello della vescica è il quarto tumore per incidenza dopo i 50 anni. In Italia nel 2021 questa neoplasia è stata diagnosticata in 25.500 persone e ha causato oltre 6.000 decessi. In Campania si rende quindi prioritario e assoluto un impegno specifico in una azione di vision della Medicina “one health” per la prevenzione primaria e tutela ambientale (riduzione dei casi incidenti) e subito dopo un impegno specifico e prioritario per sapere non solo come curare al meglio, ma anche quanto costa al Ssn un così grande e repentino incremento di casi incidenti.

La media dei costi di trattamento con farmaci innovativi per singolo paziente si aggira sui 50mila euro/cicloterapia, pari cioè a due stipendi annui di infermiere e a circa uno stipendio annuo di medico neo assunto. Quanto ci costa fare sopravvivere più a lungo i pazienti con cancro? Non sarebbe quindi meglio impegnarci tutti al massimo innanzitutto per ridurre i casi tutelando l’ambiente?

I dati epidemiologici della Regione Campania, i peggiori di Italia per mortalità evitabile e aspettativa di vita media, oltre che la notevole migrazione sanitaria per cure oncologiche extraregionali, impongono uno sforzo notevole e specifico per potenziare tutte le strutture che si occupano di Oncologia e Prevenzione ma in visione “one health”. Si fa rilevare infatti che il Sesto Aggiornamento del Progetto Sentieri di Iss (2023) attribuisce alla sola Provincia di Napoli con due soli SIN il coinvolgimento in termini di danno alla salute da inquinamento ambientale di non meno di 1.8 milioni di cittadini campani su un totale di 6.2 in tutta Italia (circa il 30% complessivo). Siamo quindi sicuri che è meglio comunicare importanti vittorie in “piccole” battaglie come quella contro il melanoma che in tutta Italia riguarda circa 15.000 nuovi casi rispetto ai non meno di 1.8 milioni di cittadini a rischio per cancri ben peggiori e meno curabili a causa dell’inquinamento ambientale nella sola provincia di Napoli?

Ormai tutte le guerre, da quelle vere tipo Ucraina a quella contro il cancro, sono innanzitutto “guerre” di comunicazione. Comunicare “ci stiamo ammalando sempre di più di cancro, però ci curiamo sempre meglio” non mi sembra la comunicazione più corretta e migliore.

Ma in verità la guerra contro il cancro la stiamo vincendo o la stiamo perdendo? A me pare come se il presidente ucraino, respingendo l’offerta di mediazione di pace di Papa Francesco, avesse affermato: “Ci stanno massacrando sempre di più con i missili, ma grazie alle armi occidentali che riceviamo possiamo allungare la guerra all’infinito fino alla vittoria finale! …se rimarrà qualcuno…”. Ne è veramente sicuro? E in entrambi i casi, chi sono i veri vincitori in queste guerre? Gli Stati coinvolti, i cittadini colpiti, o i produttori di armi nel caso dell’Ucraina e i produttori di farmaci ad altissimo costo nel caso del cancro?

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