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17enne al settimo mese di gravidanza partorisce in volo: medici eroi salvano il neonato facendogli la respirazione bocca a bocca per tre minuti

Una volta a terra, mamma e figlio sono stati poi trasportati d'urgenza all'ospedale messicano di Cancún

di F. Q.

Abigail Amoretti, 17 anni, era al settimo mese di gravidanza quando, giovedì scorso, si è imbarcata sul volo Avianca El Salvador TA450 all’aeroporto internazionale Augusto C. Sandino di Managua, in Nicaragua. Lei stava bene e, sebbene i medici raccomandino di non volare oltre la 37esima settimana, aveva deciso lo stesso di intraprendere il lungo viaggio. Ad un certo punto, però, mentre era in bagno, la ragazza ha avvertito dei dolori lancinanti al ventre. Le sue urla si sono udite in cabina e hanno subito fatto scattare la dottoressa Raquel Rodríguez, anche lei del Nicaragua, che è corsa in soccorso dell’adolescente. Appena l’ha vista ha subito compreso la gravità della situazione: la giovane stava infatti per partorire.

Come riferisce il Daily Mail che cita l’emittente locale Nuevo Radio Ya, la dottoressa Rodríguez ha fatto subito sdraiare la ragazza sul pavimento tra alcune coperte recuperate dalle hostess e si è accorta che pendeva il cordone ombelicale del bimbo, messo in posizione podalica. Tutto questo mentre l’aereo si trovava ad una quota di crociera di 33mila metri d’altezza sopra i cieli del Messico. “La ragazza ha iniziato a spingere, ho iniziato a darle indicazioni su come avrebbe dovuto spingere perché stava spingendo male dato che non aveva avuto alcuna preparazione in tal senso”, ha spiegato Rodríguez. Fortunatamente a bordo c’era anche un altro medico, la dottoressa Suamy Bermúdez, dermatologa, che ha preso in mano la situazione gestendo il parto podalico fino alla nascita del bimbo.

“Quando il bebè è uscito, era completamente inerte e cianotico, cioè era viola per la sofferenza di tutto il tempo in cui la madre aveva sopportato il dolore e le contrazioni”, ha detto ancora la dottoressa Rodríguez. “Quando la dottoressa ha tirato fuori il bimbo, questo era bloccato dal cordone ombelicale. Questa è stata la parte più difficile: ha dovuto cercare delle manovre per rimuovere la testa senza conseguenze”. All’inizio il neonato non respirava e non dava segni vitali, per questo è stato sottoposto a rianimazione cardiopolmonare per circa tre minuti, mentre intanto i piloti dirottavano l’aereo verso l’aeroporto internazionale di Cancùn: fortunatamente, poi il piccolo ha iniziato a piangere.

Una volta a terra, mamma e figlio sono stati poi trasportati d’urgenza all’ospedale messicano di Cancún: con le cure dei medici, entrambi si sono ripresi e non sono in pericolo di vita. Intanto la storia ha fatto il giro del mondo e le due dottoresse sono state acclamate come veri eroi.

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