Sono entrati nella sala dell’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e, dopo aver osservato il minuto di silenzio e seguito per tutta la loro durata i lavori dedicati all’emergenza alluvione, hanno srotolato uno striscione: “Il sonno della Regione genera morti, il 2050 è troppo tardi”. Così una trentina di attivisti climatici di Extinction Rebellion, subito allontanati dall’aula, con i vestiti impregnati di fango hanno voluto denunciare quelle che secondo loro sarebbero le responsabilità, anche locali, rispetto all’attuale situazione emergenziale: “Chiediamo un cambiamento radicale nelle politiche ecologiche regionali – hanno scritto – la revisione del ‘Patto per il lavoro e per il clima’ e l’introduzione dell’obiettivo regionale di neutralità climatica al 2030″.

Per gli attivisti le straordinarie precipitazioni e le conseguenti alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna sono effetti della crisi climatica: “Non lo diciamo noi, ma si legge nelle analisi di CNR e IRPI. In questi giorni sono morte 15 persone, bisogna dire chiaramente che sono vittime della crisi climatica. Le nostre istituzioni sono abituate ad attivarsi seriamente solo per tamponare i danni, quando è già troppo tardi. Gli anni scorsi è stata la siccità, quest’anno le alluvioni, quale sarà la prossima emergenza?”.

Nello striscione anche un riferimento al 2050, data entro la quale anche la Regione Emilia-Romagna si è prefissa di raggiungere la neutralità climatica: “Una scadenza scandalosamente in ritardo rispetto agli allarmi lanciati dalla comunità scientifica internazionale, in una Regione terza in Italia per consumo di suolo e prima per cementificazione in aree alluvionali, nonostante la legge ‘contro il consumo di suolo’ di cui tanto si vanta Bonaccini”.

Oltre ai finanziamenti a opere che vanno a cementificare e ‘impermeabilizzare’ il suolo, gli attivisti criticano anche la realizzazione di grandi opere (come il rigassificatore di Ravenna e l’allargamento del Passante di Bologna) “che hanno conseguenze terribili sulle emissioni di CO2 e sulla salute di cittadine e cittadini. Attacchi mediatici e repressione istituzionale non ci spaventano: continueremo a entrare in azione, con amore e rabbia, fino a che non otterremo quello che chiediamo”.

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