Ad agosto 2021 il gip di Brescia aveva archiviato le accuse di violenza sessuale ai danni di Mario Balotelli per “infondatezza della notizia di reato”. Ora però per quello che secondo i giudici fu uno stupro inventato è arrivata anche la condanna del tribunale di Vicenza: due anni e tre mesi di carcere per tentata estorsione, oltre a un risarcimento al calciatore di 80mila euro, per l’avvocato trevigiano Roberto Imparato, colui che ha assistito la donna che accusava Balotelli.

Secondo la ricostruzione dei giudici, il legale 63enne ha convinto la 23enne di Bassano del Grappa a presentare una falsa denuncia di stupro, chiedendo poi all’attaccante 100mila euro in cambio del silenzio. I fatti risalgono al 2017, quando Balotelli giocava nel Brescia e frequentava la giovane conosciuta a Nizza. La ragazza all’epoca era minorenne, ma secondo quanto emerso aveva presentato al calciatore un documento falso, scannerizzando quello di una cugina più grande di età. Balotelli però non aveva ceduto al ricatto e anzi aveva denunciato la ragazza per tentata estorsione alla Procura di Vicenza. Così, mentre sono cadute le accuse nei confronti del calciatore, è partita l’inchiesta nei confronti dell’avvocato.

Secondo l’accusa, l’avvocato Imparato ha anche contatto il settimanale Chi per far trapelare il presunto stupro, ma il direttore Alfonso Signorini aveva rifiutato. E decisive per arrivare alla sentenza di condanna sono state le intercettazioni, in cui Imparato istruiva la sua assistita: “L’avvocato mi ha detto che devo dirgli che ho un trauma, che non dormo e che non vado a scuola.. E gli devo dire che mi chieda scusa, almeno. Così lo becco in pieno“, diceva la giovane a una sua amica. E poi c’è un’altra intercettazione in cui a parlare è direttamente l’avvocato: “Appena finito: Imparato 1 – Balotelli 0. Registrato per 20 minuti. Voglio una Ferrari gialla… e una blu”. E ancora: “La ragazza è un’attrice nata“.

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