La Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948 rappresenta “una carta fondamentale, nata dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale, che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate su razza, su appartenenza, e, in definitiva, sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che – come ben sappiamo – sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana“. Lo ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella celebrando Alessandro Manzoni in occasione dei 150 anni della morte. Mattarella ha poi elogiato la visione di Manzoni, facendo nel sul discorso un passaggio sul quel concetto di etnica entrato nelle ultime settimane nel dibattito politico per le dichiarazioni del ministro Lollobrigida. “Per Manzoni è la persona, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti”

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