Vittima di discriminazione durante la ricerca di un’abitazione: è quello che è accaduto a Padova ad una cittadina italiana con genitori tunisini, che si è imbattuta nell’annuncio di un’agenzia immobiliare dichiaratamente precluso a persone straniere. A denunciarlo il sindaco di Padova, Sergio Giordani, che ha augurato alla donna di “costruire felicemente qui la propria vita e di sentirsi presto davvero una di noi”. “Ricevo ogni settimana – denuncia Giordani – molti messaggi e mail di ogni genere: quella che ho letto ieri però mi ha davvero amareggiato molto, perché racconta di una Padova che non è la città che io desidero e che certamente la maggior parte dei padovani vuole”.

La donna, nata e cresciuta a Reggio Emilia, si è spostata a Venezia nel 2012, dove nel 2018 ha conseguito una laurea magistrale ed è dipendente dell’Università padovana. “Ha visto l’annuncio di un’agenzia immobiliare – ha raccontato il primo cittadino – per un appartamento che poteva fare al caso suo, ha fissato un appuntamento presso l’ufficio dell’agenzia e piena di speranza si è presentata. Ma appena ha mostrato il suo documento è stata gelata da una frase inqualificabile e discriminatoria: lei ha un nome straniero, per cui non può far parte della lista delle persone che possono anche solo visitare l’appartamento. A nulla è servito farle notare che lei è italiana, italianissima, che ha un lavoro sicuro a tempo indeterminato. Il marchio della diversità è avere un nome e un cognome stranieri, perché i suoi genitori sono tunisini. E a quanto pare – aggiunge – non è la prima volta che accade”.

Esprimendo la sua solidarietà “come sindaco e come padre, anche a nome di tutti i padovani per bene”, Giordani commenta che “queste cose accadevano in Alabama negli anni ’50 del secolo scorso, e non sono degne di una città civile ed inclusiva quale è Padova, con una Università che da otto secoli è simbolo di libertà e accoglienza. Quanto accaduto va chiamato con il proprio nome: razzismo. Sono certo che anche i rappresentanti delle agenzie immobiliari della nostra città si esprimeranno in modo netto condannando – conclude – questo atto discriminatorio”.

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