Ogni mio intervento è partito finora dalla cronaca della stampa. Oggi prescindo da questa perché, probabilmente a seguito di ordini superiori, telegiornali, stampa e televisione non hanno posto nella dovuta luce un tema di primaria importanza: si tratta della marcia della pace organizzata da Michele Santoro e alla quale hanno partecipato oltre 20mila persone in tutta Italia, appartenenti ai più diversi orientamenti politici, ma uniti da un obiettivo fondamentale che supera di gran lunga i temi che oggi sono trattati dai nostri politici, i quali, a quanto sembra, sbandano e si gingillano tra loro, compiendo un’opera di sviamento dell’attenzione generale dai problemi reali.

Sia ben chiaro che il primo problema grave da affrontare è quello climatico, e il secondo è quello della guerra in Ucraina che rischia di sfociare in un olocausto generale. In questo senso la marcia organizzata da Michele Santoro costituisce un esempio di alta razionalità riconducendo tutti a un problema di fondo che potrebbe incidere molto negativamente sulla vita di tutti e anche su quella del pianeta.

Infatti, dopo la scoperta della bomba atomica, è oltremodo chiaro che la guerra non è più un elemento per risolvere i conflitti internazionali, poiché nell’uso della forza tutto viene messo in campo, ed è fatale che, dopo aver iniziato con armi convenzionali, a seguito di escalation diventi sempre più probabile l’uso del nucleare.

D’altro canto sul piano giuridico la convenzione Onu ha sancito che le conquiste territoriali, mediante la guerra, sono vietate. A questo punto la mente umana deve compiere un salto di civiltà e come fu decisivo il passaggio dall’uomo branco all’uomo civile, concretatosi poi nella formazione degli Stati nazione, così oggi è indispensabile che gli Stati nazione si rendano conto che la guerra, oltre a produrre un eccidio di centinaia di migliaia di giovani, che si uccidono a vicenda, e di migliaia di cittadini inermi, anche bambini, che muoiono sotto i bombardamenti, deve essere bandita dal piano internazionale.

In base alla convenzione dell’Onu, piuttosto che inviare armi all’Ucraina, è logico un movimento che colleghi tutti i Popoli di buona volontà, che chiedano all’Onu di mandare i suoi caschi blu a dividere gli eserciti che si combattono e a riportare così la pace nella regione dell’Ucraina.

È inutile discutere sulla legittima difesa, perché, come ho sopra detto, abbandonare il diritto e ricorrere alla forza è oggi impossibile, considerato che l’uomo ha creato una forza distruttiva di tale portata da spegnere la vita sull’intero pianeta. In questa direzione si esprime la nostra Costituzione, la quale, all’articolo 11 afferma che: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Sulla base di questo dettato è impossibile parlare di liceità della guerra di difesa, perché il ripudio di cui parla l’articolo 11 riguarda direttamente la soluzione di qualsiasi controversia internazionale. Contrario alla guerra è anche l’articolo 2 della nostra Costituzione il quale “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Insomma la logica, le norme internazionali e quelle della nostra Costituzione non danno altra via d’uscita, in relazione alla guerra in Ucraina, se non quella di costringere i governanti a decidere per la pace mediante manifestazioni di massa di tutti i Paesi che sappiano muoversi secondo l’esempio di Michele Santoro.

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