C’è la Milano scintillante e c’è la Milano dove le ombre si allungano e il disagio sociale cresce. Non solo tra chi non ha un lavoro ma anche tra chi chi un impiego ce l’ha ma di fronte a prezzi stellari per quasi ogni cosa, a cominciare dagli affitti, fa sempre più fatica a sbarcare il lunario. Nel capoluogo lombardo, che ha una lunga tradizione di volontariato, le iniziative di sostegno sono tante ma non possono sopperire del tutto a una distanza tra costo della vita e stipendi che si allarga sempre di più e in maniera più violenta rispetto ad altre città.

Tra queste c’è anche il volontariato organizzato dai Circoli Operai di Lotta Comunista che hanno in totale cinque sedi a Milano distribuite in alcuni dei quartieri più popolari come Lorenteggio, Bicocca, Crescenzago, via Mac Mahon e vicino Piazzale Lodi. Portano, a titolo gratuito, pacchi alimentari e generi di prima necessità come, ad esempio, pannolini e omogeneizzati, organizzando corsi di italiano e ripetizioni scolastiche di diverse materie e facendo servizi di consulenza per la compilazione di documenti di vario tipo. Tutto è iniziato con la pandemia ma poi, a fronte di una domanda di assistenza in crescita, l’iniziativa non si è più fermata come spiega a Ilfattoquotidiano.it la responsabile del volontariato del circolo Operaio di Crescenzago Stefania Giannotti: “Il servizio di consegna dei pacchi alimentari è nato con la pandemia ma oggi si sta sviluppando e ampliando con il crescere dei bisogni delle famiglie”.

Dopo tre anni il servizio raggiunge quasi tutte le zone della città metropolitana milanese e non solo. Solo la sezione di Crescenzago aiuta poco meno di 300 famiglie. L’inflazione degli ultimi due anni che ha eroso pesantemente il potere d’acquisto delle famiglie ha fatto impennare le richieste. “Più dell’80% delle famiglie che aiutiamo sono immigrati. Famiglie composte solitamente da nuclei familiari con 2 o 3 figli, lavoratori precari con o senza il permesso di soggiorno. Sono centinaia di nuclei familiari, molti gli anziani, le donne separate con figli piccoli a carico e le persone con disabilità, con le quali entriamo in contatto e in prevalenza vivono nei quartieri popolari e periferici della nostra grande città”, sottolinea Giannotti. Le zone del quartiere Adriano, Loreto, viale Monza, ma soprattutto quella che da via Padova prosegue verso Pioltello, Cologno Monzese, Vimodrone, Brugherio, rappresentano le areee da cui arrivano la maggior parte delle richieste.

Come raccolgono il cibo da consegnare alle famiglie bisognose – “Il nostro volontariato comincia con la raccolta di beni alimentari a lunga conservazione davanti ai supermercati dei nostri quartieri. È quello che chiamiamo il “carrello solidale”, svolto in presenza con i volontari davanti ai supermercati almeno tre volte a settimana”, spiega Giannotti. Gli alimenti donati da chi fa la spesa vengono poi preparati nei circoli in pacchi pronti per la consegna alle famiglie richiedenti che vengono contattate via telefono per conoscere nello specifico le loro peculiari esigenze. “Gli altri servizi che svolgiamo come volontari sono consulenza per la compilazione di documenti e in qualche caso insegnamento dell’italiano per stranieri e sostegno allo studio per ragazzi in difficoltà. Tutta la nostra attività si basa su un autofinanziamento che raccoglie quote volontarie di chi partecipa all’attività o di chi la vuole solo sostenere. Tutti i giorni qualche nuovo volontario bussa alla porta dei circoli per avere informazioni e mettersi a fare con noi”.

“Entriamo in contatto sia con le famiglie che chiedono una mano sia con chi vuole fare volontariato nella maniera più semplice e diretta: diffondendo il nostro giornale Lotta Comunista in maniera capillare a Milano e provincia lasciamo a tutti un avviso dedicato alle attività solidali che svolgiamo con il numero di telefono (02-92866947 o 331 1849242) e l’indirizzo del circolo (via Paruta, angolo via Treviso 6)”, spiega Giannotti. A questo – aggiunge – “affianchiamo anche l’attività del gazebo solidale una volta al mese per pubblicizzare il volontariato e prendere altri contatti”. La tipologia di persone che contattano il Circolo abbraccia un’ ampia stratificazione sociale. “Dalle famiglie di immigrati riceviamo richieste di aiuto ma anche disponibilità a fare del volontariato solidale con noi. Veniamo contattati dal pensionato che vuole mettere il proprio tempo libero al servizio del volontariato così come dallo studente conosciuto all’Università o davanti alle scuole superiori. Accade di frequente che il giovane immigrato si trovi accanto all’ingegnere, all’informatico o all’impiegato di banca quando fa il carrello solidale”. Promuovono cosi una solidarietà fattiva tra i lavoratori provenienti da tutto il mondo, anche di settori molto diversi tra loro.

Finalità e caratteristiche del volontariato a Milano – Unire l’impegno e la passione politica con la solidarietà. “Il nostro volontariato si caratterizza per essere solidale, comunista e di classe” afferma Giannotti che da anni fa politica con il partito internazionalista marxista-leninista. “Le situazioni di fragilità che riscontriamo nei nostri quartieri riguardano, perlopiù famiglie di lavoratori immigrati con figli minori. Insieme al pacco alimentare portiamo anche il nostro giornale mensile ed il volantino di denuncia contro la guerra e il razzismo. Insomma, ci piace ripetere spesso il nostro slogan che meglio coniuga la nostra solidarietà e la lotta: ‘Accogliamo il mondo per cambiare il mondo’”. Come spiegare ad una persona che fosse interessata a fare questo tipo di volontariato semplice per chi lo compie e assai efficace per chi ne beneficia? “I Circoli Operai sono ormai un presidio di solidarietà riconosciuto in città. Non è filantropia la nostra. Non ci muove un generico umanitarismo. Siamo a fianco di chi ha bisogno certo, ma siamo soprattutto in testa a chi si batte per una società migliore, accogliente e inclusiva”, dice la responsabile. “La pandemia aveva costretto milioni di famiglie a restare a casa, producendo spesso situazioni di fragilità e isolamento di persone anziane o mettendo in difficoltà chi perdeva il proprio lavoro. Oggi – continua Stefania – le situazioni di bisogno che incontriamo riguardano in particolare strati di popolazione con lavori precari o sottopagati che devono pagare affitti esosi e sostenere un costo della vita divenuto troppo alto a Milano”.

L’impronta politica di questo genere di volontariato è chiaro e Giannotti lo vuole evidenziare. “Oggi che la guerra è tornata in Europa, la necessità di orientamento e di chiarezza diventano urgenti e necessari così come l’aiuto materiale che diamo a svariate famiglie. L’unità dei lavoratori Ucraini e Russi in risposta a chi li sta facendo scannare nella guerra sarebbe l’unica vera soluzione contro la guerra” sottolinea la responsabile. “Il nostro gesto concreto di aiuto a chi fugge dalla guerra o da condizioni di difficoltà è anche la risposta immediata alle campagne razziste e xenofobe che i governi in Italia ed Europa da almeno vent’anni a questa parte stanno attizzando”. Le contraddizioni di questo mondo sono evidenti, fare volontariato nei Circoli Operai significa lottare per una società più umana.

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