Seguendo l’esempio di altri Paesi europei, dal 1° maggio anche Germania e Ungheria hanno introdotto il “biglietto climatico“, un titolo di viaggio a basso costo per il trasporto pubblico cittadino, gli autobus e i treni regionali su tutto il territorio nazionale. L’Europa nel suo complesso, però, è ancora molto lontana dall’avere un sistema di trasporto pubblico integrato, economico e accessibile a tutti. Un rapporto di Greenpeace Europa centro-orientale analizza costo e accessibilità dei biglietti in tutto il continente, facendo una classifica di trenta Paesi e delle rispettive capitali. L’Italia si colloca al 21esimo posto, dato che non ha un sistema di biglietti unico: anzi, ogni azienda di trasporto pubblico locale ha il proprio. Nonostante le differenze sostanziali fra i diversi Stati, l’analisi mostra come il “biglietto climatico perfetto” ancora non esista in Europa.

Il biglietto climatico in Europa – La classifica è stata stilata in base a quattro criteri: disponibilità del biglietto climatico o multimodale e semplicità del sistema di biglietteria, costo del biglietto, presenza di riduzioni per alcune categorie di persone, ammontare dell’Iva sul trasporto pubblico. Oltre al Lussemburgo e a Malta, che hanno reso i mezzi pubblici gratuiti, solo Austria, Germania e Ungheria hanno introdotto biglietti relativamente economici utilizzabili su tutto il territorio nazionale, con un costo medio inferiore ai tre euro al giorno. In fondo alla classifica si trovano Bulgaria, Croazia e Grecia. In Italia, finora solo la città di Bari ha sperimentato un abbonamento annuale per il trasporto pubblico cittadino a venti euro l’anno. La situazione cambia nelle singole capitali europee, dato che tutte offrono biglietti mensili o annuali validi per quasi tutti i mezzi pubblici e anche riduzioni per determinate categorie di persone (anche se con differenze significative). Roma si colloca al settimo posto nella classifica: “Il costo del biglietto annuale è al momento fra i più bassi in Europa, ma ci sono alcune limitazioni rispetto all’accessibilità alle riduzioni e la qualità del trasporto pubblico a Roma. Non è all’altezza di una capitale europea e presenta molte problematicità”, sottolinea Greenpeace.

Trasporti, seconda spesa delle famiglie europee – La mobilità è la seconda voce di spesa delle famiglie europee dopo l’abitazione. Ma i trasporti sono responsabili del 25% delle emissioni di gas serra dell’Unione europea e del consumo di quasi il 70% di tutto il petrolio utilizzato dall’Ue. “Il trasporto pubblico è una necessità vitale per milioni di persone, che contano ogni giorno su autobus, tram, metro e treni per spostarsi”, spiega Federico Spadini, campagna Trasporti di Greenpeace Italia. “Anche il governo italiano e gli altri governi europei potrebbero introdurre il biglietto climatico nel giro di qualche settimana se ci fosse la volontà politica, riducendo sia le spese delle famiglie che le emissioni di gas serra dannose per il clima”. Per questo Greenpeace chiede ai governi e alle istituzioni dell’Unione europea di impegnarsi per la diffusione di biglietti climatici accessibili, semplici, convenienti e inclusivi, validi a livello nazionale e sul lungo termine in tutta l’Ue.

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