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Fiume Po, dalla siccità estrema ai pesanti danni dell’alluvione in 24 ore: campagne sott’acqua e frane, è l’effetto dei cambiamenti climatici

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Fino a pochi giorni fa il fiume in secca aveva messo in ginocchio i produttori di riso e la risalita del cuneo salino compromesso la produzione di ostriche, mentre i pescatori ricordavano che il livello dell’acqua era già ai livelli di giugno. Ma l’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna ha ribaltato le condizioni del Po, che si è alzato di un metro e mezzo nelle ultime 24 ore. Una buona notizia? No, per niente. Perché il passaggio da un evento estremo all’altro, che ha colpito la Penisola con precipitazioni intense, ha provocato allagamenti, frane e smottamenti nelle campagne. È quanto emerge dal monitoraggio del livello idrometrico effettuato dalla Coldiretti al Ponte della Becca, in provincia di Pavia, analizzando lo stato del più grande fiume italiano rappresentativo della sofferenza dei corsi d’acqua gonfiati per le piogge con straripamenti ed esondazioni. Nelle campagne sono finiti sott’acqua seminativi, frutteti, vigne con danni alle strutture e alla viabilità stradale e ferroviaria. La situazione più grave è in Emilia Romagna dove l’esondazione di fiumi e torrenti ha isolato abitazioni, bloccato strade e fermato la circolazione dei treni con fattorie bloccate dalla marea di fango, vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati.

Intanto è scattata la solidarietà degli agricoltori delle zone colpite che si sono offerti di ospitare gli sfollati, fa sapere la Coldiretti, ma danni si registrano anche in Puglia nell’area del Salento, con alberi sradicati e a strade bloccate e in Sicilia soprattutto nel Messinese con frane e smottamenti e viabilità compromessa nell’area dei Nebrodi. Con l’ondata di maltempo, continua la Coldiretti, salgono i danni provocati dagli effetti dei cambiamenti climatici all’agricoltura che hanno superato i 6 miliardi di euro nell’ultimo anno. Le piogge delle ultime ore hanno però rappresentato una boccata d’ossigeno per i grandi laghi del nord che, secondo il monitoraggio della Coldiretti, stanno riprendendo vigore dopo settimane di magra quasi estiva. Se il Garda è ancora poco sopra i livelli minimi storici con un riempimento ad appena il 43%, va meglio per il Maggiore che ha sfondato il 72% di riempimento, mentre il Como ha superato il 54% e l’Iseo sfiora il 69%.

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