Continuare a escludere gli allevamenti di bovini dagli obblighi sulle emissioni industriali. Lo chiedono gli eurodeputati della Commissione Agricoltura nel loro parere sulla riforma della direttiva in materia: il documento, che confluirà nel rapporto principale dell’Europarlamento, è stato approvato con 36 voti a favore, otto contrari e due astenuti. Il testo prevede un sostanziale status quo rispetto alle norme esistenti, con l’inclusione nei limiti dei soli grandi allevamenti di pollame e suini.

La Commissione europea aveva proposto di ampliare le attività coperte dagli obblighi di rendicontazione delle emissioni industriali comprendendo gli allevamenti di bovini da 150 capi in su. I ministri dell’Ambiente riuniti nel Consiglio hanno alzato l’asticella a 350 capi e l’Italia ha votato contro considerando la soglia ancora troppo bassa. Il relatore, l’eurodeputato popolare bulgaro Radan Kanev, propone di fissare il limite a 300 capi. Il voto in Commissione Ambiente è previsto per il 24 o il 25 maggio.

Il parere della Commissione Agricoltura “salva un settore cardine del made in Italy e va incontro alle richieste della Coldiretti, che per prima aveva denunciato l’assurdità scientifica di paragonare le stalle alle fabbriche e avviato una campagna di sensibilizzazione”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. L’ampliamento agli allevamenti da 150 capi in su, aggiunge, “potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro con la chiusura di molti allevamenti di dimensioni medio-piccole, minando la sovranità alimentare”.

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