Un’auto a folle velocità si è lanciata sui passanti sul lungomare, dove i turisti stavano passeggiando. Il conducente ha anche tentato di sparare sulla folla e una volta uscito dal veicolo, che si era ribaltato, è stato ucciso dalle guardie di sicurezza israeliana. A Tel Aviv su quel lungomare è morto un turista italiano, Alessandro Parini, 35 anni di Roma, ucciso in un attentato. Nell’attacco ci sono almeno 7 feriti, tutti turisti, tra i quali tre britannici e altri due italiani, “non gravi”. Sono ricoverati all’ospedale Ichilov di Tel Aviv in condizioni “medie o leggere”. A confermare l’identità della vittima italiana e il ferimento degli altri due è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha parlato con il padre di Parini per esprimere vicinanza e cordoglio. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua esecrazione per “il vile atto terroristico“, rivolgendo ai familiari e amici di Alessandro Parini i sentimenti di cordoglio e di vicinanza della Repubblica e suoi personali. Ha espresso inoltre al Presidente dello Stato d’Israele, Isaac Herzog, le condoglianze della Repubblica Italiana. Anche la premier Giorgia Meloni ha manifestato il suo “profondo cordoglio” per ed espresso “vicinanza alla famiglia della vittima, ai feriti, e solidarietà allo Stato di Israele per il vile attentato che lo ha colpito”.

Parini, ha riferito ancora Tajani, “era appena arrivato a Tel Aviv per turismo con un gruppo di amici”. Secondo la ricostruzione dei fatti, stava passeggiando sul lungomare in compagnia, in una zona molto frequentata da turisti, affluiti in gran numero durante le festività pasquali. L’attentatore si è lanciato ad alta velocità sulla folla e ha sparato ai passanti. La sua auto si è ribaltata, probabilmente a causa dei tentativi fatti per neutralizzarlo. L’identità dell’uomo non è ancora nota, in quanto l’auto su cui viaggiava era stata rubata a un arabo israeliano, il 44enne Yousef Abu Jabe, inizialmente indicato dai media come l’autore dell’attentato. Dopo un controllo, però, è stato trovato nella sua abitazione.

La Jihad islamica ha rivendicato l’attacco, come “risposta naturale e legittima ai crimini dell’occupazione contro il popolo palestinese“. L’episodio ha riacceso immediatamente la tensione già alta in questi giorni e il premier Benyamin Netanyahu ha richiamato altri riservisti dopo quelli dell’aviazione. Hamas e la Jihad islamica non hanno mancato di manifestare la loro soddisfazione per l’attacco definito “un’operazione di alto livello”. Dopo aver colpito a Gaza e in Libano, il richiamo dei riservisti e il rafforzamento delle truppe nei Territori è un chiaro messaggio ad Hamas, Hezbollah e Iran. La tensione, già alle stelle, è stata aggravata dall’altro attentato palestinese in Cisgiordania, con l’uccisione di due giovani sorelle (21 e 16 anni) e il grave ferimento della madre (48 anni). Anche a Gerusalemme, sulla Spianata delle Moschee, la situazione sembra appesa a un filo, pur in mancanza per il momento di gravi incidenti, con la polizia che continua a presidiare in forze il luogo.

Dopo la pioggia di razzi lanciati da Gaza (uno dei 44 è caduto su una casa pur senza provocare vittime) e dalle fazioni palestinesi legate ad Hamas dal sud del Paese dei Cedri, Israele ha risposto nella notte colpendo tre siti in Libano e oltre dieci nella Striscia, compresi due tunnel e varie postazioni della fazione armata. L’esercito libanese ha annunciato invece di aver smantellato una rampa di lancio in un campo agricolo nel sud. “Le nostre forze sono adesso impegnate nella caccia ai terroristi. E’ solo questione di tempo, non molto tempo, e salderemo il conto”, ha detto Netanyahu in visita sul luogo dell’attentato per la prima volta pubblicamente con il ministro della Difesa Yoav Gallant, il cui licenziamento è stato congelato.

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Attentato a Tel Aviv, “stavamo passeggiando e l’auto è apparsa all’improvviso”: il racconto degli amici di Alessandro Parini

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