“Dalle notizie di cronaca abbiamo appreso che un senatore della Repubblica è diventato direttore editoriale di un giornale. E non è nemmeno il primo. Ormai il conflitto d’interessi è diventato ‘atmosfera’, come diceva Daniele Luttazzi in un suo spettacolo”. Così a Tagadà (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la nomina di Matteo Renzi a direttore del quotidiano Il Riformista.

E, sollecitato dalla conduttrice Tiziana Panella, porge i suoi ‘auguri’: “Gli auguro di vendere tante copie e di non prendere querele. Sicuramente non prenderà quelle di Renzi, perché dubito che attaccherà se stesso. Non prenderà nemmeno quelle del suo editore Alfredo Romeo, coimputato di suo padre e di Italo Bocchino, altro direttore di un giornale, per traffico di influenze illecite nel processo Consip“.

Travaglio aggiunge ironicamente: “Mi complimento con Renzi perché, da quando ha lasciato la politica dopo il referendum costituzionale del 2016, come aveva promesso, si è fatto eleggere in Parlamento e poi ha cominciato a fare tutte attività incompatibili con quelle di parlamentare, come il conferenziere a gettone per la Fondazione di Bin Salman, quello del Rinascimento saudita. Naturalmente – spiega – sono attività incompatibili per come vedo io la politica. Proviamo a immaginare che in Francia un politico di terza fila come Renzi diventi direttore di un giornale e prenda soldi dal feroce regime dell’Arabia Saudita. Succederebbe uno scandalo. Soltanto noi consideriamo normali queste cose”.

Il direttore del Fatto conclude: “Faccio quindi i complimenti a Renzi perché è riuscito a collezionare un’altra incompatibilità, per come vedo io il giornalismo e per come vedo la politica, che secondo me è una cosa nobile al servizio dei cittadini e non di Romeo o di Bin Salman“.

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