Sessantamila euro. Questa è la cifra che Mariano Scognamiglio – ristoratore napoletano ad Arezzo, arrivato secondo in una puntata di Quattro Ristoranti andata in onda nel 2020 – ha chiesto con una campagna lanciata lo scorso 15 marzo sulla piattaforma di crowdfunding GoFundMe. Il motivo della raccolta fondi? Il suo ristorante sarebbe sull’orlo del fallimento per colpa di un bacio al compagno mostrato in televisione e del successivo boicottaggio del suo ristorante. Ma è davvero così?

Nella prima messa in onda del format di Alessandro Borghese, nel maggio nel 2020, Mariano, dicevo, bacia il compagno Gianfranco. Il moto d’affetto tra due uomini scatena gli istinti di qualche idiota, tant’è che nei giorni successivi Scognamiglio avrebbe ricevuto telefonate offensive da un numero anonimo. L’autore – un ragazzo minorenne e di buona famiglia denunciato subito alla Polizia Postale – si sarebbe rivolto a Scognamiglio dandogli del “pezzo di merda” e del “froc*o di merda”. Nonostante i titoli roboanti di alcune testate web, telefonate da altre persone non ce ne sarebbero state: in un’intervista rilasciata di recente al Corriere di Arezzo, è lo stesso Scognamiglio a parlare al singolare.

Stesso discorso per i commenti omofobi che avrebbero inondato il web dopo la puntata, contribuendo al declino del ristorante. Nel collage di screenshot che campeggia sulla raccolta fondi, compare un commento in cui Scognamiglio viene definito “chec*a isterica, il classico concorrente che non dà voti corretti”. In un altro commento si legge: “è un altezzoso rosicone”. In un altro ancora: “…saccente e antipatico, lui e il suo compagno (sono) disgustosi come pochi”. Spiace dirlo, ma a parte forse il primo, per quanto caustici, questi altri commenti di omofobo non hanno proprio nulla. Tra l’altro, è lo stesso Scognamiglio a riconoscere che “l’inevitabile sintesi televisiva ha restituito di me un’impressione negativa sulla base di certe cose pronunciate”.

Dov’è la tempesta di commenti e telefonate di cui parlano alcune testate online capitanate da Today? Agli esimi colleghi – non solo quelli citati – vorrei spolverare un ricordino recente. Rammentate cosa avete combinato con quell’altro bacio gay a Un posto al sole – in cui Scognamiglio ha curiosamente recitato – quando con i vostri titoli clickbait avete trasformato in un caso mediatico due tweet in croce scritti da qualche disadattato? Vi siete resi conto che, anche stavolta, vi siete esercitati in un imbarazzante copia e incolla?

Stendiamo, come sempre, un vello caprino sullo stato del giornalismo web in Italia e ora chiediamoci, piuttosto: è possibile che siano stati uno o – consideriamo anche questa ipotesi – più commenti sul web e/o dal vivo a mettere in crisi il ristorante gestito da Scognamiglio e dal compagno? Parrebbe di no perché, sempre nell’intervista al Corriere di Arezzo, Scognamiglio dice testualmente: “Dal periodo Covid, quando ci fu lo stop, i clienti sono calati e il locale non si è ripreso. I conti non tornano e così ho lanciato un Sos”.

Sarebbe il Covid, allora, la causa principale del brutto andamento del locale, anche perché Scognamiglio parla poi di “bollette astronomiche, versamenti Inps richiesti tutti insieme, aumento dei costi delle materie prime”. E oggi, che al ristorante la gente ci può andare? “I clienti rimasti sono quasi tutti di fuori” dice lui. Insomma: i turisti, bontà loro, sarebbero gli unici a frequentare ancora il ristorante di via Vittorio Veneto, che ora è aperto solo nei fine settimana. Gli aretini invece lo avrebbero boicottato. Ecco: che Arezzo non sia Milano è cosa ovvia ed è possibile, persino probabile, che nella cittadina toscana vi siano sacche di omofobia che all’occasione schizzano pus; ma davvero un semplice, naturale bacio tra due uomini – più che la pandemia o la performance di Scognamiglio a Quattro Ristoranti – avrebbe decretato l’affossamento di un locale noto e apprezzato attivo dal 2009?

Locale che, a detta di Scognamiglio, sarebbe in procinto di chiudere per sempre e per la cui sopravvivenza il ristoratore partenopeo chiede, d’emblée, 60mila euro. Non solo il ristorante sta per abbassare le saracinesche, però. Nella raccolta fondi, scritta in un italiano traballante, i toni diventano lamentosi quando si legge che lui e il compagno, dopo aver assistito per anni gli anziani genitori malati (che c’entra?!), potrebbero persino perdere la casa e finire sotto un ponte. Non si direbbe scorrendo l’intervista al Corriere di Arezzo, in cui Scognamiglio ricorda che è laureato in informatica e che è tornato a insegnare tecnologia meccanica come supplente in una scuola superiore della provincia di Arezzo. “La mia vita si muove tra scuola, casa e ristorante. Non ho piscine e yatch. Per questo chiedo aiuto”.

Ad oggi, la raccolta fondi ha 19 benefattori che hanno donato circa 700 euro. Lettori, cosa ne pensate?

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