Il Barcellona e i suoi ex presidenti Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu sono ufficialmente accusati di corruzione. La Procura spagnola ha deciso di indagare sul club in merito ai pagamenti effettuati dai catalani all’ex vicepresidente degli arbitri José María Enríquez Negreira. La denuncia indica come responsabili il club, Rosell, Bartomeu e anche due ex dirigenti, Albert Soler e Óscar Grau. Negreira avrebbe ricevuto dal 2001 fino al 2018 7 milioni di euro dal Barcellona: i soldi venivano versati a una società che apparteneva al vicepresidente del comitato arbitrale della federazione spagnola. L’accusa della Procura contiene anche un particolare importante: secondo il pubblico ministero spagnolo, infatti, l’accordo tra Negreira e il Barcellona prevedeva che l’allora vicepresidente degli arbitri “in cambio di denaro, portasse avanti azioni tendenti a favorire il club nel processo decisionale degli arbitri nelle partite giocate dalla Società, e quindi nei risultati delle gare”.

A portare alla luce i pagamenti è stata una verifica fiscale. Come riporta il quotidiano spagnolo As, i pagamenti effettuati dal Barcellona tra gennaio 2014 e dicembre 2015 ammontano a 1.286.530,19 euro. Nel periodo precedente, tra il 2011 e il 2014, con Rosell alla presidenza, hanno superato i due milioni. Tra il 2016 e il 2018, Enríquez ha ricevuto 1.685.142,83 euro. La somma complessiva di quanto percepito dall’imputato nel periodo indagato nel procedimento ammonta a quasi 3 milioni di euro. Tuttavia dal 2001 al 2018, periodo in cui è durato il rapporto tra il club e il dirigente arbitrale, il Barça ha pagato a Enríquez 7,3 milioni di euro, secondo la Procura. “Si trattava di un vero e proprio compenso non previsto dagli statuti del Circolo o approvato dall’Assemblea Generale, per cui mancava un titolo che lo giustificasse”. Insomma, soldi che secondo l’accusa servivano per garantire al Barcellona favori arbitrali.

Entrambi gli ex presidenti sono anche accusati di amministrazione scorretta e nel caso di Bartomeu c’è anche l’accusa di aver falsificato un documento commerciale. Dal punto di vista penale, gli indagati rischiano dai sei mesi ai quattro anni di carcere per il reato di corruzione. Il club Barcellona invece in base al codice penale spagnolo se la caverebbe con una multa. Anche se, come ha riportato La Vanguardia , il codice penale stabilisce in casi estremi la riduzione di categoria e persino lo scioglimento dell’ente. Dal punto di vista della giustizia sportiva, paradossalmente, il Barca rischia pochissimo: i fatti contestati infatti risalgono al 2018 e il regolamento federale prevede la prescrizioni dopo tre anni. L’unico rischio è rappresentato dall’Uefa, che potrebbe decidere di escludere il club catalano dalle coppe. Il regolamento Uefa infatti prevede che una società per partecipare alle competizioni continentali non può essere stata coinvolta in “qualsiasi attività volta a organizzare o influenzare il risultato di una partita nazionale o internazionale”.

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