La sua riconferma era ritenuta scontata dopo l’inedito terzo mandato alla guida del Partito comunista ottenuto al XX Congresso nazionale di ottobre 2022, ma ora c’è l’ufficialità. Il Congresso nazionale del popolo – il ramo legislativo del parlamento di Pechino – ha conferito questa mattina a Xi Jinping un mandato di altri 5 anni come presidente, completando la transizione verso il suo secondo decennio di potere. Si tratta per lui del terzo mandato, una longevità politica che non ha precedenti nella Repubblica popolare cinese. Xi, 70 anni il prossimo 15 giugno, è diventato il capo dello Stato cinese che più è rimasto al potere dalla vittoria comunista nel 1949. I delegati lo hanno votato all’unanimità (con un totale di 2.952 voti), confermando così la sua ascesa a leader incontrastato della Repubblica popolare. Il via libera ha replicato quello del 2018, in occasione del suo secondo mandato, lo stesso anno in cui la Cina decise di abolire le disposizioni costituzionali che impedivano il terzo mandato.

Il Congresso nazionale del popolo, inoltre, ha nominato Xi – che ha già prestato giuramento sulla Costituzione nella Grande sala del popolo – anche alla carica di presidente della Commissione militare centrale, il massimo organo del Paese che sovrintende sulle forze armate, per il terzo mandato e con voto unanime. Zhao Leji, confermato a ottobre 2022 nel Comitato permanente del Politburo, è stato eletto all’unanimità (2952-0) presidente del Comitato permanente del 14° Congresso nazionale del popolo, quindi alla guida del ramo legislativo del parlamento, essendo il numero tre nella scala gerarchica del Partito comunista. Il vicepremier esecutivo uscente Han Zheng, che lo scorso ottobre ha lasciato il Comitato permanente del Politburo al XX Congresso nazionale del Pcc, è stato nominato vicepresidente della Repubblica popolare: un segnale sulla nomina era emerso domenica scorsa quando, in occasione dell’apertura della riunione plenaria annuale del Congresso, Han era entrato nell’auditorium della Grande sala del popolo con Xi e altri leader, ma davanti al vicepresidente uscente Wang Qishan. La nomina di Han, visti i suoi quasi 69 anni, lascia irrisolto il nodo della successione a Xi: in passato, infatti, la designazione a vicepresidente era il passaggio preliminare per la salita al potere, cosi come accaduto allo stesso Xi.

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