Si sono chiusi alle 20 i seggi delle primarie per scegliere il nuovo segretario del Partito democratico tra il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la deputata Elly Schelin. “Mancano ancora i dati di alcune regioni e di alcune città, ma possiamo dire che l’affluenza si aggirerà attorno al milione di votanti”, ha fatto sapere la deputata Silvia Roggiani, presidente della Commissione nazionale per il Congresso. Alle ore 13 i votanti sfioravano quota seicentomila, per la precisione 598.121. Alle ultime consultazioni per il segretario, il 3 marzo del 2019, andarono ai gazebo in tutta la giornata circa un milione e mezzo di elettori. Votando a Roma, il leader uscente Enrico Letta si è detto ottimista sull’affluenza: “Supereremo ampiamente il milione di partecipanti“. E in serata Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore della mozione Bonaccini, dà l’obiettivo per raggiunto: “Più di un milione di voti alle primarie Pd. Una straordinaria prova di partecipazione democratica e di vitalità!”, scrive su Twitter.

Nei 154 seggi allestiti a Roma, comunica in particolare il presidente della Commissione locale Giovanni De Lupis, “alle ore 14 hanno votato in 27.642. Una grande festa di democrazia che continuerà fino alle 20 (l’orario di chiusura delle votazioni, ndr) grazie alle migliaia di militanti al lavoro in tutta la città”. Nella città metropolitana di Milano alle 13 avevano votato in circa trentamila. In Emilia-Romagna, regione in cui il partito è storicamente molto forte e da cui provengono entrambi gli sfidanti per la leadership, alle 13 i votanti sono stati 73.384: nel 2019, alle 12, erano stati circa ottantamila.

In giornata Letta ha inviato gli ultimi messaggi da segretario via social: “File dovunque ai nostri gazebo. Grazie alle migliaia di volontari che stanno rendendo possibile una straordinaria giornata di democrazia e partecipazione con le primarie Pd”, ha scritto su Twitter, postando immagini di elettori in coda. A margine del voto nel suo circolo al Testaccio, Letta ha rivendicato: “Queste primarie sono una grande scelta di unità e partecipazione. Ci sono stati mesi in cui sono stato oggetto di mille ironie, di mille critiche. Io credo che sia stato un metodo giusto perché oggi chi viene eletto o eletta avrà una forte legittimazione e sono convinto che sarà in grado di gestire unitariamente questo partito, che ha bisogno di unità e di una leadership che sia in grado di dedicarsi più a quello che succede fuori dal partito che a quello che succede dentro, fra le diverse anime”. Ma su questo tema precisa: “Parlare di scissioni è solo un gioco politico e giornalistico, è un gioco che piace in Transatlantico”.

Articolo Precedente

+Europa, nuovo ticket alla guida del partito di Emma Bonino: Magi segretario al posto di Della Vedova, Federico Pizzarotti presidente

next
Articolo Successivo

Pd, Letta: “Auguro a chi mi succederà di fare meglio di me. Io continuerò ad aiutare senza sgomitare”

next