Dalla sfida dei cori per Giorgia (Meloni), Matteo (Salvini) e Silvio (Berlusconi), alla “gara” per la distribuzione delle bandiere con i simboli dei partiti. Il popolo del centrodestra a Milano si appresta ad affrontare la tornata elettorale delle Regionali con non poca tensione. Nessun dubbio sulla riconferma del presidente Attilio Fontana. A creare scompiglio interno sono gli equilibri nella coalizione: con i sostenitori di Fratelli d’Italia carichi e pronti a conquistare lo scettro di primo partito in Lombardia e i leghisti che sperano ancora di non ritrovarsi relegati al secondo gradino del podio del centrodestra nella regione del loro leader Matteo Salvini. Tutto questo mentre gli elettori di Forza Italia mal digeriscono la virata a destra della coalizione e tacciano come “traditore” e “opportunista” chi ha lasciato il partito fondato del Cavaliere per sostenere gli alleati.

C’era tutto questo nella platea del Teatro Dal Verme di Milano, dove ieri, martedì 7 febbraio, i tre leader hanno chiuso la campagna elettorale per Fontana. Il leader di Forza Italia ci ha tenuto a complimentarsi con gli alleati Salvini e Meloni, un modo per cercare di smentire i retroscena degli ultimi giorni che descrivono una centrodestra diviso, con Fi e Lega preoccupate dall’avanzata di Fratelli d’Italia, che – anche in Lombardia – i sondaggi danno primo partito a mani basse. Ma se sul palco, rea abbraccitutti sono sembrati concordi sull’unità del centrodestra, il pubblico è diviso in gruppi, ognuno con il suo simbolo, ognuno con la sua storia. E il dialogo sembra ridotto al minimo

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Lombardia, Salvini parla in dialetto sul palco: “Reddito? Se te ghet trent’ann e non c’hai problemi va a lavurà”

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