Sono “circa due milioni” le persone che hanno manifestato oggi in Francia per la terza giornata di mobilitazione nazionale contro la riforma delle pensioni, secondo i dati diffusi dal principale sindacato dei lavoratori Cgt. Per il ministro dell’Interno erano invece 787mila. Nella precedente mobilitazione del 31 gennaio, lo stesso sindacato aveva annunciato 2,8 milioni di manifestanti e oltre 2 milioni nella prima protesta del 19 gennaio. Sempre secondo Cgt, la manifestazione parigina ha visto riunite 400.000 persone tra Place de l’Opéra e la Bastiglia, lo stesso dato del 19 gennaio. In numerose città di provincia il numero di manifestanti è tuttavia risultato in calo, secondo i dati forniti dalle autorità e dagli stessi organizzatori.

Di fronte all’ennesima dimostrazione di piazza, la premier francese Elisabeth Borne ha difeso il piano del governo, ma ha suggerito che c’è spazio per fare degli aggiustamenti. “Sono convinta che ci siano punti di accordo da trovare. Sono convinta che possiamo migliorare questo testo insieme. Sarà attraverso il dibattito, il confronto di idee e, naturalmente, il rispetto”, ha detto Borne. “Se non si fa nulla – ha proseguito – le tasse e gli oneri sociali aumenteranno, insieme alla disoccupazione e alla diminuzione del potere d’acquisto. Questo costerebbe pensioni modeste ai pensionati e a “tutti coloro che hanno lavorato per tutta la vita, e non certo ai grandi capi”, ha aggiunto. “Voila, il vostro progetto alternativo”, ha concluso. La proposta di riforma del governo prevede l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni.

La protesta era stata indetta dagli otto grandi sindacati (CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, Unsa, Solidaires, FSU) e ha visto un’adesione leggermente inferiore alle precedenti giornate di mobilitazione. I collegamenti ferroviari della Sncf hanno subito forti disagi, con 25% del personale in sciopero, ma la percentuale degli scioperanti è scesa rispetto a quella del del 31 gennaio (36%) e del 19 gennaio (46%), precisano fonti sindacali. All’inizio del corteo parigino con decine di migliaia di manifestanti riuniti alle ore 14 in Place de l’Opéra per raggiungere la Bastiglia, il segretario del sindacato CGT, Philippe Martinez, ha chiesto “scioperi più duri, numerosi e massicci” se “il governo si ostina a non ascoltarci”.

Intanto, secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Ifop-Fiducial, l’indice di popolarità del presidente francese Emmanuel Macron è calato di due punti, con il 34% di opinioni favorevoli, il peggior livello da marzo 2020. Sempre secondo lo stesso sondaggio, la premier Elisabeth Borne, in prima linea nel difendere la riforma, perde quattro punti rispetto al mese scorso, con appena il 31% dei consensi. Secondo il sondaggio, solo il 38% dei francesi considera che Macron sia “in grado di riformare il paese”, in calo di due punti rispetto al mese scorso.

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