“L’indagato più è delinquente e più sa di essere intercettato. Crediamo veramente che la mafia parli per telefono? Un mafioso vero non parla né al telefono, né al cellulare perché sa che c’è il trojan, né in aperta campagna perché ci sono i direzionali”. All’indomani dell’arresto di Matteo Messina Denaro, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è costretto ad ammettere che le intercettazioni sono uno strumento “fondamentale per la lotta alla mafia”. Giuseppe Conte si limita a commentare “Verrà in Parlamento e renderà conto delle sue definitive posizioni”. In effetti Nordio domani e dopodomani sarà in Parlamento per illustrare la relazione sull’amministrazione della giustizia. Più netta la presidente dei senatori M5s Barbara Floridia. “Abbiamo un ministro della Giustizia che prima dice che le intercettazioni sono inutili e poi fa marcia indietro ma solo per i reati di mafia”. E sul fatto, sempre stando alle parole del Guardasigilli, che l’arresto del super boss sia merito del governo di centrodestra, Floridia afferma: “Se avessimo seguito le indicazioni di questo ministro che voleva abolire le intercettazioni, forse questa cattura non l’avremmo avuta. L’arresto è un risultato del Paese che ha degli strumenti che a oggi funzionano – e conclude – gli strumenti per le indagini vanno rafforzate non indebolite”.

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