Non inizia bene la nuova vita della Croazia nella moneta unica. Il paese ha adottato l’euro da dieci giorni e già si registra una forte impennata dei prezzi, specie di generi alimentari e dei servizi. Rincari ritenuti ingiustificati dal governo, che ha annunciato un intervento nei prossimi giorni. La maggior parte degli aumenti riguarda arrotondamenti che in molti casi superano di molto i tassi di conversione, con rincari dal 5 fino al 20% rispetto ai prezzi precedenti l’introduzione della moneta unica europea. Per questo molti commercianti, ristoratori e anche alcune catene di supermercati sono stati accusati dalla stampa di aver approfittato del cambio della valuta. Sulle reti social è esplosa anche l’ira dei cittadini, che denunciano fra l’altro rincari per pane e burro anche del 30%. Per chi ha superato i trent’anni è quasi automatico tornare a quanto accadde in Italia nel 2002 con le tante polemiche che seguirono veri e presunti aumenti dei prezzi che seguirono il passaggio alla moneta unica, rincari sulla cui portata l’Istat ha sempre fornito cifre che ridimensionavano il fenomeno in contrasto la percezione dei cittadini.

Ad accusare “una parte dei commercianti e imprenditori di approfittare della transizione dalle kune croate all’euro con un comportamento irresponsabile” è stato anche il primo ministro Andrej Plenkovic, il quale ha annunciato possibili interventi se entro venerdì la situazione non si normalizzerà. Il capo del governo ha detto che l’esecutivo dispone di strumenti forti “che non esiterà ad adoperare”. Tra i possibili interventi si parla di aumenti di tasse e imposte mirate, abolizioni di sussidi per gas ed energia o anche il congelamento di prezzi per centinaia di articoli ai livelli di dicembre. Il paese è alle prese con un’inflazione già al 13% che potrebbe subire una brusca accelerazione nelle prossime rilevazione a causa degli adeguamenti dei prezzi legati al passaggio all’euro.

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