L’alert sui principali problemi legati alla prevenzione degli scontri tra ultras era confezionato e disponibile, pubblico, già dal 21 dicembre. “Merita attenzione – scriveva l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive nell’ultimo rapporto sulle violenze in ambito sportivo – la tendenza a prediligere sempre più l’utilizzo di mezzi privati (auto e minivan), piuttosto che dei pullman e bus”. Un aspetto che ha “reso più difficoltoso il monitoraggio e la localizzazione, in tempo reale, delle movimentazioni delle tifoserie organizzate da parte delle forze dell’ordine, incidendo sull’organizzazione dei servizi dedicati alle trasferte”. Adesso quel documento, diffuso neanche venti giorni fa, appare quantomeno profetico alla luce del far west scatenato dai tifosi di Roma e Napoli lungo l’autostrada A1 all’altezza di Arezzo. Un allarme inascoltato? Di certo, nel documento era stato messo nero su bianco come le “criticità” dell’ordine pubblico in occasione degli eventi sportivi ricadano anche, se non soprattutto, in ambito autostradale.

Lo ‘spezzatino’ e il problema per la Polstrada – Appare in ogni caso evidente come monitoraggio e pronta risposta in caso di scontri lungo il tragitto della trasferta fossero un problema ben chiaro all’organo del ministero dell’Interno che ogni settimana indica i livelli di rischio delle partite nei campionati, non solo di calcio. E nel rapporto si sottolinea anche il problema dello ‘spezzatino’ del calendario: “La sempre più accentuata programmazione degli incontri di calcio, per ragioni di carattere televisivo‐commerciale, lungo l’intero arco della settimana e in orari variabili, oltre che nel fine settimana, ha fatto sì che, per assicurare il controllo degli itinerari interessati dai transiti delle tifoserie, la Polizia Stradale abbia dovuto attingere alle pattuglie impegnate nell’ordinario servizio di vigilanza, predisponendo servizi ad hoc solo in presenza di eventi di particolare rilevanza”. Un impiego che tra l’altro, viene sottolineato dall’Osservatorio, deve essere bilanciato tra la necessità di garantire la “sicurezza” delle tifoserie e degli utenti della strada ma allo stesso tempo anche “il libero e ordinato svolgersi delle attività economiche insistenti lungo la rete autostradale italiana”.

Il grosso delle violenze? Nelle piazze – L’organo presieduto dal dirigente Paolo Curtis, quindi, aveva quindi delineato il quadro dei rischi connessi agli spostamenti delle tifoserie organizzate – 455 gruppi per un totale di 41.200 supporters, secondo l’ultimo censimento della Digos – anche se gli episodi critici della scorsa stagione sono stati risibili, anche per le limitazioni Covid fino ad aprile 2022: quattro casi di risse, aggressioni o danneggiamenti contro i 18 del 2018/19, a cui bisogna aggiungere altri nove episodi tra rapine, turbativa alla circolazione, imbrattamenti o accensioni di petardi e fumogeni. Eppure è proprio lontano dagli stadi, ormai, che si verifica il grosso delle violenze. Evidenziando un “leggero incremento” degli episodi di scontri tra le tifoserie (dalle 110 del 2018/19 a 113) e una diminuzione delle aggressioni alle forze dell’ordine, passate da 21 a 9, l’Osservatorio ha messo nero su bianco: “I luoghi adiacenti agli impianti sportivi e, in generale, quelli ricompresi nel contesto urbano (vie di accesso allo stadio, piazze e centri storici) sono ancora da considerarsi, in occasione delle gare calcistiche, il punto più critico per la gestione dei servizi di ordine pubblico, con il 61% delle illegalità”.

Le tifoserie più violente e i Daspo – Senza tenere conto dei furti, gli incidenti provocati lungo le vie di trasporto dai tifosi in trasferta “rappresentano il 13% del totale”, mentre il 26% si è registrato all’interno degli impianti sportivi. Biglietti nominali, tornelli e filtraggio insomma hanno limitato i problemi negli stadi, come già avvenuto in Inghilterra, spostandoli sostanzialmente altrove. Le tifoserie più violente nel 2021/22? Su 179 episodi totali, gli ultras del Napoli sono stati coinvolti in 19, seguiti dai supporters di Genoa e Lazio (8). Durante la stagione ci sono stati 140 feriti, di cui 60 legati a partite di Serie A, e 48 tifoserie si sono rese protagoniste di episodi di violenza ai danni di forze dell’ordine, steward o civili con cagliaritani, napoletani, avellinesi e ultras della Turris che hanno provocato il numero più alto di feriti. Nessuna esplosione del fenomeno, visto che i dati sono quasi sovrapponibili a quelli del 2018/19. Sotto il profilo repressivo, l’Osservatorio certifica come gli arresti siano stati 59 e sono stati 1.741 i Daspo emessi che hanno portato a 6.343 il numero delle persone con un provvedimento in corso al 31 ottobre dello scorso anno.

Twitter: @andtundo

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