L’addio a Benedetto XVI rimarrà nella storia. Ratzinger, dopo aver annunciato le sue dimissioni l’11 febbraio 2013, le ha rese effettive alle 20 del 28 febbraio successivo. Otto anni di pontificato e dieci da Papa emerito. Una scelta spiegata con estrema chiarezza: “In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi”.

Lasciato il pontificato, Ratzinger ha scelto di continuare a vivere nello Stato più piccolo del mondo, nel Monastero Mater Ecclesiae, all’interno dei Giardini Vaticani. Anche questa decisione è stata motivata da Benedetto XVI: “Chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata”. E ancora: “Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’. Non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio”.

I numeri dell’addio – Nei tre giorni in cui il corpo di Ratzinger, morto a 95 anni alle 9.34 del 31 dicembre 2022, è stato esposto nella Basilica Vaticana per la venerazione pubblica oltre 200mila persone gli hanno reso omaggio. Un flusso ininterrotto di gente che ha voluto salutare il “nonno saggio in casa”, come lo ha sempre definito il suo successore in questi quasi dieci anni di convivenza in Vaticano. Funerale presieduto da Papa Francesco. La liturgia eucaristica sarà celebrata dal cardinale decano, Giovanni Battista Re. Concelebreranno 125 cardinali, 420 vescovi e 3.700 sacerdoti. Più di mille giornalisti accreditati da oltre trenta Paesi.

L’ultimo viaggio – Dopo la sua morte, è iniziato l’ultimo viaggio di Benedetto XVI. Dalla sua camera da letto, dove è stato trattato il suo corpo per l’esposizione pubblica, le spoglie del Papa emerito sono state portate nella cappella del Monastero Mater Ecclesiae. Il 1 gennaio 2023 il corpo di Ratzinger, rivestito dei paramenti, è stato offerto alla venerazione di collaboratori e amici. Il giorno successivo, all’alba, è stato portato nella Basilica Vaticana, davanti all’altare della confessione, per l’omaggio delle autorità e dei fedeli. I primi a pregare davanti alla salma di Ratzinger sono stati il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.

La sera del 4 gennaio 2023 il corpo di Benedetto XVI è stato chiuso nella bara di cipresso, la prima delle tre casse che, come prevede la tradizione, conterranno le spoglie del Papa emerito. Oltre a quella di cipresso, che si vedrà durante il funerale, ci sono quella di zinco e, infine, quella di rovere, che si vedrà al momento della tumulazione nelle Grotte Vaticane. Nella bara di cipresso Ratzinger è stato sepolto insieme con il rogito in latino che riporta le date più significative della sua vita, il pallio che ricevette tre volte, nel 1977 come arcivescovo di Monaco e Frisinga, nel 2002 come decano del Collegio cardinalizio e nel 2005 come Papa, e che è stato messo accanto e non addosso al corpo non essendo morto governando e, infine, le medaglie del pontificato, 7 in oro secondo il numero degli anni, 10 in argento secondo il numero dei mesi e 9 in bronzo secondo il numero dei giorni.

Al termine del funerale, la bara di Benedetto XVI sarà portata direttamente nelle Grotte Vaticane e subito tumulata nella cappella dove furono sepolti prima san Giovanni XXIII, dalla morte avvenuta nel 1963, fino alla beatificazione, proclamata da Wojtyla nel 2000, e poi san Giovanni Paolo II, dalla morte, avvenuta nel 2005, fino alla beatificazione, celebrata da Ratzinger nel 2011. Una scelta che Benedetto XVI aveva fatto prima di lasciare il pontificato, comunicandola all’allora arciprete della Basilica Vaticana, il cardinale Angelo Comastri. Decisione che il porporato ha poi trasmesso a Francesco.

Delegazioni presenti – Due le delegazioni ufficiali invitate al funerale: quella italiana, guidata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quella tedesca, guidata dal presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeir. Le altre delegazioni sono presenti “a titolo personale”, come ha precisato il Vaticano. Dal Belgio il re Filippo e la regina Mathilde; dalla Spagna la regina Sofia; i capi di Stato di Polonia, Portogallo, Ungheria, San Marino, Slovenia, Lituania e Togo; i premier della Repubblica Ceca, Slovacchia e Gabon; il luogotenente di Gran Maestro dell’Ordine di Malta; infine, i rappresentanti dei governi di Francia, Gran Bretagna, Croazia, Cipro e Colombia.

Liturgia – La celebrazione del funerale è stata interamente rivista. Tutte le tre letture della liturgia della Parola sono state cambiate, così come tutte le orazioni. Inoltre, sono stati tolti tutti gli elementi che caratterizzano le esequie del Pontefice regnante, in particolare le suppliche finali della Chiesa di Roma e delle Chiese orientali. La celebrazione si concluderà con la benedizione della salma.

Twitter: @FrancescoGrana

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