Meno accidentato di altri interventi legati al Pnrr, come gli asili nido e le residenze universitarie, il filone destinato alla realizzazione di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti ha comunque avuto un percorso segnato da intoppi burocratici e ritardi. In gioco ci sono 1,5 miliardi di euro divisi in tre misure dedicate alla meccanizzazione della rete di raccolta differenziata (600 milioni), agli impianti di trattamento dei rifiuti urbani (450 milioni) e a quelli per il trattamento di prodotti assorbenti, fanghi di acque reflue e pelletteria (450 milioni). Se le ultime due linee di intervento sono riuscite a superare, seppure a seguito di un rinvio, la tappa procedurale relativa all’approvazione delle graduatorie con gli interventi finanziati, la prima risulta invece in ritardo. Andiamo con ordine.

Di responsabilità del ministero dell’Ambiente, l’investimento 1.1 da 1,5 miliardi di euro che rientra nel capitolo dell’Economia circolare (Missione 2, Componente 1) prevede due scadenze chiave. Gli interventi dovranno essere portati a termine, stando al cronoprogramma fissato con la Commissione Ue, entro il 30 giugno 2026, mentre i lavori dovranno essere affidati entro il 31 dicembre del 2023. Di tempo, insomma, ce n’è. Anche se non va sottovalutata la complessità delle procedure che i progetti, una volta individuati, dovranno affrontare, tra valutazione di impatto ambientale (Via) e valutazione ambientale strategica (Vas). Il problema, finora, non ha dunque riguardato le scadenze concordate con Bruxelles ma i termini stabiliti dallo stesso ministero, che, come avvenuto per altri capitoli del Pnrr, sono stati sforati più volte.

A prendere più tempo del previsto è stata, come detto, la prima tappa rappresentata dalla definizione delle graduatorie. La commissione di valutazione, insediata il 3 maggio, avrebbe dovuto presentare una proposta con la lista degli interventi da finanziare entro 90 giorni, e cioè a inizio agosto. Tuttavia, gli elenchi con i progetti non si sono visti per diversi mesi. Addirittura è arrivato in ritardo anche il decreto di proroga per i lavori della Commissione, che è stato pubblicato solo il 19 settembre, oltre un mese dopo la scadenza originaria per la presentazione delle liste con gli interventi. A determinare i differimenti, come si legge nei vari decreti che hanno posticipato i termini, è stata “la numerosità delle istanze pervenute e la complessità delle relative proposte progettuali”.

La misura che ha ricevuto più rinvii, ben tre, è stata la linea A, quella relativa alla meccanizzazione della raccolta differenziata e con la dotazione maggiore di risorse (600 milioni). Il termine iniziale è slittato prima al 20 novembre, poi al 20 dicembre e infine al 20 gennaio dell’anno prossimo, in un valzer di proroghe che ha stravolto il calendario stabilito dallo stesso ministero dell’Ambiente. Per quanto riguarda le altre due linee di intervento, invece, dopo la pubblicazione delle proposte della commissione del 30 settembre per la linea B (impianti di trattamento dei rifiuti urbani) e del 21 ottobre per la linea A (trattamento di prodotti assorbenti e fanghi), durante questo mese sono state pubblicate le graduatorie definitive, rispettivamente il 2 e il 21 dicembre. Entro 30 giorni dall’approvazione della lista degli interventi finanziati, il ministero dell’Ambiente dovrà emanare il “decreto di concessione” per l’attuazione dei progetti. Sempre che non ci siano altri intoppi.

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