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Amsterdam, tende per coprire le vetrine a luci rosse: “Basta a sballo e sesso”. Ma le sex workers protestano: “Una follia”

La città vuole invertire la rotta. Non più la capitale europea dov’è possibile lo sballo e il sesso a pagamento sono legali

di Simona Griggio

Amsterdam vuole cambiare volto. Le “sex workers”, le lavoratrici del sesso che da sempre si sono mostrate seminude nelle vetrine del quartiere a luci rosse, non potranno più farlo. Meglio: non potranno più esser viste da tutti, perché davanti alle tradizionali botteghe dovrà essere tirata una tenda. Le prime a protestare sono proprio loro: “E’ una follia: così si attenta alla nostra sicurezza”.

Come funzionano le nuove regole che stanno per essere votate? Per far aprire la porticina il potenziale cliente dovrà scannerizzare un codice a barre sullo smartphone e solo a quel punto scatterà il via libera, con la possibilità di prenotare la prestazione, un po’ come i menù al ristorante ai tempi del Covid. Fino a quel momento potrà solo immaginare. La prostituzione resterà legale ma regolata in maniera molto più stringente. Non ostentata.

E’ il primo giro di vite che la città si appresta a varare per “migliorare la sua immagine”, spiegano i promotori delle leggi. Perché altre limitazioni stanno per essere imposte. Ad Amstedam è legale anche l’uso e il commercio di marijuana nei celebri coffee-shop. Ma anche in questo caso stanno per partire i progetti che vieteranno queste attività nel fine settimana, con il proponimento di arrivare in futuro allo stop totale. Non sarà nemmeno più possibile organizzare nel distretto del sesso gli addii al celibato, che spesso degenerano in esagerazioni nell’assunzione di alcol.

Non è finita. De Wallen (Le Mura in olandese) si trova all’interno delle vecchie mura della città. Ha una storia antica. Gli edifici medievali sono stati un punto di incontro per i lavoratori del sesso fin dal XV secolo. Ben prima della legalizzazione dei bordelli, con relative tasse, nell’ottobre 2000. Ma nel 2021 il sindaco Femke Halsema ha annunciato un piano: trasferire tutte le attività in un nuovo “centro erotico” nella periferia della città.

Perché questa ondata di divieti e di progetti di marginalizzazione delle attività del se**o a pagamento? La città vuole invertire la rotta. Non più la capitale europea dov’è possibile lo sballo e il sesso a pagamento sono legali. Vuole cambiare prospettiva: ambisce a promuoversi adesso come la città dal museo Van Gogh, della casa-museo di Anna Frank e dei canali che le hanno fatto guadagnare l’appellativo di Venezia del Nord.

Ripartiamo dal quartiere a luci rosse. Gli amministratori pubblici accusano il turismo molesto. Moltissimi visitatori si abbandonano infatti all’alcol, agli schiamazzi, al fracasso e sovente a commenti volgari rivolti alle ragazze. Insomma: arrivano nelle strade delle vetrine a luci rosse più per fare gruppo e cedere agli eccessi che per l’attrattiva di una prestazione sessuale.

C’è un problema di ordine pubblico ma non solo. Lo spiega Ilana Rooderkerkm, la leader cittadina del Partito liberale e suggeritrice delle proposte di legge. Sostiene: “Le sex worker vengono degradate da alcuni turisti e questi comportamenti sono inaccettabili al tempo del #MeToo, il movimento contro gli abusi sessuali”. Le si contrappone subito Nadia van der Linde, presidente del Pic, il Centro informazione sulla prostituzione. E attacca: “Le autorità di Amsterdam dovrebbero mettere nel mirino il turismo molesto, non le lavoratrici del sesso”.

Non è solo una questione di decoro ma anche del delicato equilibrio tra la morale e la libertà di ognuno (e di ognuna) di fare le scelte che vuole. La sorpresa è la rivolta delle stesse ragazze in vetrina contro le nuove norme. Cosa sostengono? Le tende sono una minaccia alla loro sicurezza. Dietro i vetri possono vedere la gente e rendersi conto se un cliente ha bevuto, se ha un aspetto poco raccomandabile, se può rappresentare una minaccia. Con il nuovo sistema si troveranno le persone davanti all’ultimo momento, quando è ormai impossibile prendere delle precauzioni.

Lucy ha rivolto le sue lagnanze al Daily Telegraph e c’è un motivo perché si è rivolta a un tabloid inglese. La maggior parte della clientela del distretto del sesso arriva infatti dal Regno Unito. E sono proprio gli inglesi nel mirino per i loro comportamenti spesso sguaiati. Alimentati dalla propensione alla sbronza. Spiega la donna: “Dicono che la nuova legge sia per la mia protezione, ma è assurdo. Con le tende aperte, se si presenta uno ubriaco, lo capisco subito e non lo faccio entrare”. Ma oggi è difficile proporsi come donna in vetrina ad Amsterdam? No, chiarisce Lucy: “Mi registro alla Camera di commercio, compro un po’ di biancheria intima, una confezione di profilattici e posso cominciare”.

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