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La manovra del governo Meloni? “Un ritorno al passato, non contiene misure contro la povertà, ma contro i poveri. Non fa nulla contro l’evasione, ma è per l’evasione”. A bocciare la legge finanziaria, nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati, è il rapporto della Campagna ‘Sbilanciamoci!’, di cui fanno parte 51 organizzazioni della società civile, presentando la controfinanziaria del 2023: 75 proposte – quasi 54 miliardi, a saldo zero – “per una politica economica diversa e per indirizzare la spesa pubblica verso un modello di sviluppo diverso, fondato sulla sostenibilità, i diritti, la giustizia sociale, la pace”, spiega il portavoce Giulio Marcon.
“Crescono le spese militari di 800 milioni di euro, minori sono invece le entrate per la cooperazione e lo sviluppo, che diminuiscono dell’8%. Questo significa che lo slogan becero dell’ ‘aiutiamoli a casa loro’ non c’è”, attacca. Tutto mentre invece in manovra sono presenti 40 milioni per i Centri di permanenza e rimpatrio, nonostante il sistema abbia più volte dimostrato il suo fallimento e le condizioni inumane di chi è recluso al suo interno.
Ma a preoccupare è soprattutto la questione del lavoro, con lo smantellamento del Reddito di cittadinanza e il nuovo affondo con l‘eliminazione del requisito della ‘congruità’ dell’offerta di lavoro, che farà perdere il sussidio dopo il primo rifiuto. “Quello che è avvenuto stanotte grida vendetta al cielo, si va ben oltre il termine di durata, ma si colpisce il nodo della congruità, in fondo si dichiara quello che è l’obiettivo vero di questo governo delle destre: legalizzare il lavoro povero e assecondare un mercato del lavoro che continui a produrre diseguaglianze e povertà”, attacca Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra. “Servirebbe un maggior coordinamento delle opposizioni”, è l’auspicio di ‘Sbilanciamoci!”. “Serve un cambio di passo, non significa fare ammucchiate, ma discutere insieme sul merito”, conclude Fratoianni.