Anche la Commissione europea ha deciso di intervenire per accertare le responsabilità relative allo scandalo sulle mazzette elargite da Qatar, Marocco e, secondo quanto rivelato in esclusiva dal Fatto Quotidiano in base alle dichiarazioni di Francesco Giorgi davanti agli inquirenti, anche Mauritania. Martedì sera l’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, ha incontrato in Giordania il ministro degli Esteri di Doha, Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani, per chiedere spiegazioni sul coinvolgimento del suo Paese: “Abbiamo discusso di temi bilaterali e sfide regionali, nonché di altre questioni, tra cui le accuse contro alcuni membri e personale del Parlamento europeo. Abbiamo concordato sulla necessità che le indagini in corso facciano piena chiarezza“, ha scritto il membro della Commissione in un tweet.

Il clima a Bruxelles è teso. Lo scandalo rischia di allargarsi e se da una parte c’è la necessità di accertare tutte le responsabilità, comprese quelle dei Paesi terzi coinvolti, dall’altra lo scandalo rischia di terremotare le istituzioni brussellesi e mettere in discussione la loro credibilità. Lo stesso commissario per gli Affari Economici, Paolo Gentiloni, ha dovuto ammettere che qualcosa deve essere fatto per frenare l’attività non sempre trasparente dei lobbisti che affollano i corridoi del Parlamento e di Palazzo Berlaymont, oltre ai locali e agli immobili del quartiere europeo: “È una vergogna – ha dichiarato in un’intervista alla Cnn – Per impedire una tale vergogna penso che vada aumentata la nostra trasparenza. Dobbiamo riconoscere il fatto che a Bruxelles c’è, forse dopo Washington, la più grande concentrazione di lobby, una attività di lobby economica globale e internazionale. C’è bisogno di avere regole più severe per evitare che questo tipo di fatti si ripetano e penso che il messaggio dovrebbe essere molto chiaro perché la reputazione del Parlamento europeo è in gioco”.

Da parte sua, nell’incontro con Borrell, il governo di Doha respinge le “fughe di notizie fuorvianti sui media che prendono di mira il Qatar” e sottolinea la necessità di “rispettare il processo giudiziario e non anticipare i risultati delle indagini”. Lo si legge in un tweet del ministro degli Esteri del Qatar.

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