di Federica Morrone

“Ultimi posti disponibili”; “Solo per te prezzo scontato”; “Signori vengano”; “Ti cambierò la vita”. Il momento storico porge il fianco alla mercificazione della spiritualità. Guerra, crisi, pandemia, siamo immersi in un medioevo con la minaccia della fine del mondo. Non ci resta che piangere: “Ricordati che devi morire”; “Sì, sì, mo’ me lo segno”.

I venditori di salvezza e soluzioni facili si moltiplicano alimentano credenze e dipendenze. L’illuminazione dell’anima è diventata un prodotto. Troppi coach, counselor, guru, abbracciatori professionisti, pseudo-esperti di vita, di cibo, di emozioni utilizzano le stesse regole del mercato con l’unico obiettivo di guadagnare. “Sei ancora in tempo”, “È la svolta”; “Vieni al ritiro di Capodanno”; “Disintossicati con me”; “Occasione unica e straordinaria”; “Non sprecare tempo, prendi la scorciatoia”.

Ho seguito un’infinità di corsi come allieva e molti ne ho condotti. Funzionano quando le tecniche trasmesse sono frutto di serie verifiche scientifiche, nessuno comunque cambia la vita. Spesso si incontrano millantatori che imbastiscono esercizi ripescati, cinquant’anni dopo, dai festival hippy e li rifilano come propria invenzione per garantirsi uno stipendio. Senza un’etica professionale, la brama di guadagno prevale su tutto. La concorrenza è spietata: sono i venditori ad aver bisogno di iscritti, ormai il numero dei maestri è vicino a quello dei praticanti. C’è una vera e propria rincorsa a chi attraversa un dolore, un lutto, una separazione, sono i clienti più appetibili.

Uno dei miei amici più cari si è sentito precipitare in un baratro, può capitare a tutti. Da qualche anno abitiamo in due città diverse e non posso stargli vicino come vorrei. Ho cercato comunque di seguirlo nelle sue scelte. Era determinato a intraprendere diversi percorsi tutti insieme, come spesso accade quando si soffre e si ha voglia di stare bene subito. Mi sono permessa di suggerirgli di eliminare il subito dai propositi, di concedersi tempo; e poi di selezionare le diverse strade possibili preferendo l’aiuto di persone che hanno studiato parecchio e che praticano da tempo la professione.

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Lui è un uomo pragmatico: prima non si era mai confrontato con la salute mentale e non era certo incline a considerare l’anima. Si è affacciato nel mondo dei corsi e ritiri che ti curano, disintossicano, salvano, confuso e privo di esperienze pregresse. È stato travolto da una moltitudine di offerte. “Sembrava ci fosse tanta gente che mi voleva bene”, mi ha detto al telefono, “dopo poco ho realizzato di aver confuso la falsa gentilezza dei venditori per amore. Ho incontrato ego smisurati, superficialità e desiderio di arricchirsi. E poi tanti nomi strani, poca chiarezza”.

Lui è rimasto ai tempi in cui era un medico a suggerire una dieta. Si è trovato a essere disintossicato da una sedicente esperta di alimentazione “che ho capito essere priva di qualunque titolo accademico”. Poi c’è stato il maestro di yoga che già dopo poche lezioni gli aveva organizzato futuri weekend e vacanze iniziando dall’Umbria e dalla Toscana, per finire presto in India a cifre esorbitanti persino per un lussuoso tour operator. “Qualcuno lo venera come un maestro, a me è sembrato un furbacchione che parla per frasi a effetto copiate dall’aforismario”.

Per fortuna il mio amico anche nell’angoscia non ha perso lucidità e senso dell’ironia. Altri invece hanno bisogno di affidarsi ciecamente a una guida, mentre il vero lavoro si fa da soli, a casa, tutti i giorni. Avere chiaro questo sbarra spiragli agli imbroglioni. La disciplina è importante, ma senza diventare eccessivamente rigorosi e integerrimi, meglio mantenersi flessibili, le gabbie chiuse creano frustrati e potenziali mostri.

Nei periodi di intensa sofferenza sarebbe saggio non affidarsi a chiunque e stringere saldo il timone. Già, facile da dire, però mentre l’umore fa schifo è difficile mantenere il comando di sé stessi; e allora ben venga l’aiuto di professionisti dal curriculum verificabile. La salute mentale è preziosa ed è materia di persone esperte, per giocare va bene tutto il resto.

Non è il caso del mio amico, ma in questo nuovo millennio esiste ancora una moltitudine di persone che segue ciecamente guide spirituali lasciando condizionare le proprie scelte da sacerdoti di qualunque religione. La moderna compravendita delle indulgenze -con relativo condono delle pene- prolifica laddove vige la non conoscenza che sfocia nella superstizione. È facile che l’inculcato senso del peccato provochi una forma di autoflagellazione.

La spiritualità è un viaggio interiore meraviglioso, libero da influssi religiosi, non implica l’inibizione. È intimo, privato, non ha bisogno di essere codificato da individui a volte ipocriti, da sepolcri imbiancati. Le religioni impediscono l’evoluzione: imbrigliano in meccanismi perversi e dannosi. I dogmi, le credenze, le regole inviolabili di facciata, l’illusione di una terra promessa che un giorno forse arriverà, reprimono il presente, l’unica realtà che esiste. La conquista del tempo di adesso protegge dall’aspettativa di un futuro che potrebbe non realizzarsi mai. Libera da un passato che non esiste più e che quindi è sano lasciare andare.

Convertirsi a qualunque credo equivale a innescare nuove dipendenze: preferibile affrontare il rapporto con sé stessi svincolandolo dai lacci. Considerare la scienza azzerando ogni forma di superstizione. Quindi torniamo ai seri professionisti della salute mentale. Giustamente il mio amico è arrivato a sedersi difronte a uno psicoterapeuta qualificato, l’ha frequentato per un po’, purtroppo il rapporto non ha funzionato. Ed è stato proprio bravo, perché, nonostante stesse male, ha avuto la forza di cambiare. Non si è fermato a quel dottore altamente competente, ma privo di empatia. La seconda possibilità è stata quella buona, il nuovo specialista ha gli stessi titoli accademici del primo uniti però a una profonda sensibilità.

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