Il Consiglio economico e sociale dell’Onu (Ecosoc) ha approvato una risoluzione proposta dagli Usa per “rimuovere con effetto immediato l’Iran dalla Commissione sullo status delle donne per il resto del suo mandato 2022-2026″. La Commissione, che si riunisce ogni anno a marzo, “è il principale organismo Onu per promuovere la parità di genere e l’emancipazione delle donne. Non può svolgere il suo lavoro se viene minata dall’interno. L’adesione dell’Iran in questo momento è una brutta macchia sulla sua credibilità”, ha detto l’ambasciatrice americana Linda Thomas-Greenfield durante la seduta del Consiglio. La volontà di espellere Teheran dal consesso era stata annunciata dalla vicepresidente Kamala Harris a novembre, dopo la morte di Mahsa Aminila giovane donna picchiata a morte dalla polizia morale perché portava male il velo – e la brutale repressione delle proteste contro il regime di Ebrahim Raisi. La risoluzione è passata con con 29 voti a favore (compatto il sostegno dell’Unione europea), otto contrari (Bolivia, Cina, Kazhakstan, Nicaragua, Nigeria, Oman, Russia, Zimbabwe) e 16 astenuti.

“Un voto storico, segno del crescente consenso nel chiedere all’Iran di rendere conto delle sue azioni”, ha commentato il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. “Oggi abbiamo mandato un messaggio forte al governo iraniano e alle donne iraniane. Era il messaggio giusto ed era la cosa giusta da fare“, festeggia l’ambasciatrice Thomas-Greenfield. Per la Russia e la Cina, invece, la risoluzione “creerà un precedente molto pericoloso“: “Siamo profondamente dispiaciuti per la morte di Mahsa Amini, ma ci siamo incontrati dopo la morte di George Floyd?”, ha provocato il delegato russo all’Ecosoc, mentre il collega cinese ha sottolineato che l’espulsione dell’Iran “non faciliterà la soluzione dei problemi ma aumenterà lo scontro”. Per il rappresentante di Teheran Amir Saeed Iravani l’iniziativa dimostra “l’ostilità e il bullismo degli Usa e dei suoi alleati”, un esempio di “ipocrisia e doppi standard” visto che rimangono in silenzio sui diritti delle donne palestinesi.

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