“Chiediamo la sospensione dei lavori su tutti i dossier e delle votazioni in plenaria riguardanti gli Stati del Golfo, in particolare la liberalizzazione dei visti e le visite previste”. Travolto dall’inchiesta della polizia federale del Belgio sulle mazzette dal Qatar per influenzare le decisioni del Parlamento europeo e difendere dei mondiali di calcio, il gruppo dei Socialisti e democratici chiede di fermare tutte le decisioni che riguardano proprio questo ambito: “Data la gravità delle accuse, fino a quando le autorità competenti non forniranno informazioni e chiarimenti pertinenti”. Quattro persone sono state fermate: tra loro ci sono l’ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1 Antonio Panzeri. Ma tra i coinvolti figura anche la vicepresidente del Parlamento Eva Kaili, anche lei socialdemocratica. E la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo in una nota chiede le sue dimissioni.

I S&D su Twitter si dicono “sconvolti dalle accuse di corruzione nelle istituzioni dell’Ue. Adottiamo una posizione di tolleranza zero. Siamo i primi a supportare un’indagine approfondita con divulgazione completa e coopereremo con tutte le autorità investigative”, si legge. E anche gli eurodeputati Pd sottolineano che “si tratta di accuse e di questioni estremamente gravi su cui va fatta luce, confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura e delle forze di polizia che stanno effettuando le necessarie verifiche. Auspichiamo che la verità emerga presto e che sia difesa l’onorabilità della nostra istituzione, anche vista la posizione molto dura espressa dal Parlamento Europeo nella sua più recente risoluzione sul Qatar durante la sessione plenaria di novembre”, sottolinea la delegazione Dem, facendo riferimento alla risoluzione adottata per acclamazione, nella quale gli eurodeputati descrivono la corruzione all’interno della Fifa come “dilagante, sistemica e profondamente radicata” e deplorano la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato la scelta del Qatar come Paese ospitante.

Le accuse di corruzione però ora non riguardano la Fifa, bensì lo stesso Parlamento europeo. E gli altri gruppi chiedono chiarezza: “In attesa di chiarire la propria posizione, certi che potrà dimostrare in sede giudiziaria la sua innocenza, riteniamo opportuno che l’europarlamentare greca Eva Kaili si dimetta dal ruolo di vicepresidente del Parlamento europeo che attualmente ricopre”, scrive in una nota la delegazione M5s. “Alla luce delle gravi accuse di corruzione che coinvolgono esponenti politici e assistenti del Parlamento europeo è urgente preservare il buon nome e la reputazione di questa Istituzione da qualunque ombra di interferenza esterna”, prosegue il comunicato. Gli europarlamentari della Lega chiedono di “affrontare la questione in commissione Ingerenze straniere e anche con un dibattito in aula quanto prima”, prosegue la nota.

Fonti Lega: “Pd chiarisca, convocare Copasir” – Fonti della Lega però chiedono anche un intervento della politica italiana e in particolare del Copasir: “La vicenda giudiziaria che coinvolge Antonio Panzeri, la sua famiglia e altri importanti eurodeputati di sinistra è grave e sconvolgente. Dopo anni di fango e di accuse (senza prove) ai rivali politici, è il Pd che deve chiarire immediatamente agli italiani se alcuni suoi eletti e alleati hanno ricevuto denaro da Paesi stranieri. Sarà importante che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, riferisca in Aula e che ci sia una convocazione urgente del Copasir. Dal Pd e dai suoi alleati non accetteremo silenzi e ambiguità su una vicenda che da garantisti speriamo infondata ma che, a quanto emerge, appare gravissima”, concludono le fonti del partito di Matteo Salvini.

Uil su Visentini: “Fiduciosi possa dimostrare estraneità” – “Le notizie sulle presunte mazzette e regali da parte del Qatar per influenzare le decisioni del Parlamento Europeo sono gravissime e inquietanti“, sottolineano ancora gli eurodeputati Cinquestelle. Che aggiungono: “Auspichiamo che venga fatta piena luce sul loro coinvolgimento e su quello di esponenti politici e sindacalisti italiani. Oggi è la giornata internazionale contro la corruzione, serve una reazione forte e immediata“. Tra le quattro persone fermate e interrogate infatti c’è anche Luca Visentini, ex dirigente della Uil in Friuli Venezia Giulia che da poche settimane è a capo della Ituc, la confederazione sindacale mondiale (che rappresenta più di 200 milioni di lavoratori). “Non avendo alcun riscontro sul merito della vicenda, confidiamo nell’operato della magistratura e siamo fiduciosi nel fatto che Visentini possa dimostrare l’estraneità ai fatti contestati”, commenta la Uil in una nota.

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