La manovra è appena stata inviata alla Camera, inevitabilmente in estremo ritardo sulla tabella di marcia, e i partiti scalpitano per presentare i loro emendamenti a valere sul solito fondo ad hoc. Quello che i gruppi possono spendere per la loro “lista dei desideri”, di cui solitamente fanno parte misure sacrosante ma anche mance e mancette. Visto che i tempi sono strettissimi e la coperta corta, nella riunione con i capigruppo a cui hanno preso parte Giorgia Meloni e il ministro Giancarlo Giorgetti è stato posto un tetto di 400 milioni alla cifra a disposizione a cui potrebbero aggiungersene altri (massimo 300) per i ministeri. E ogni deputato potrà presentare un solo emendamento. Si tenta così di accelerare i tempi – bisogna “chiudere in fretta anche a costo di lavorare alla vigilia e a Natale“, ha chiesto Meloni durante il vertice – e di evitare che si ripeta “l’assalto alla diligenza” che si è visto l’anno scorso in Senato (la manovra iniziò lì): la legge varata dal governo fu stravolta, a partire dal superbonus, e in più all’ultimo furono introdotte molte misure elettoralistiche.

La manovra “è migliorabile ma con criterio, senza andare in ordine sparso”, ha detto Meloni. I partiti di maggioranza però non vogliono saperne di limitare le richieste. Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli di Forza Italia hanno annunciato emendamenti per rafforzare a decontribuzione per le assunzioni dei giovani e l’aumento delle pensioni minime. Il primo ha detto che Fi proporrà di ricavare ulteriori risorse stornandole dal capitolo Reddito di cittadinanza. Anche Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, ha detto che cercherà di “rafforzare” la manovra sul capitolo famiglia: tradotto significa incremento per l’assegno unico nelle sue molteplici forme, ammorbidimento dei nuovi limiti di Opzione donna e welfare per i nuclei numerosi.

La Lega, ha riferito Maurizio Molinari, “è soddisfatta” del testo arrivato alla Camera ma “qualche emendamento lo presenterà”. Il grande desiderio riguarda le pensioni, con l’abbassamento dei requisiti per accedere a quelle anticipate, e altri emendamenti potrebbero arrivare sulla flat tax, per alzare la soglia di reddito che permette di usufruirne, e quella incrementale per i dipendenti. A Fdi, partito della premier Meloni, spetta il compito di calmierare le richieste ma dal gruppo arrivano diverse istanze (dalla flat tax al Superbonus a misure per alleggerire le bollette) che al presidente Tommaso Foti toccherà gestire.

Oltre ai tempi di approvazione della manovra, altri timori riguardano la messa a terra del Pnrr. La ricognizione del ministro Raffaele Fitto si sta rivelando più lunga del previsto e giovedì è in programma l’incontro con i commissari della task force della Commissione Ue. Nella stessa giornata si terrà anche un cdm, con all’ordine del giorno anche un dl Ischia, con aiuti alle aree dell’isola colpite dalla frana. È allo studio del governo anche un provvedimento per salvare la raffineria Isab-Lukoil di Priolo.

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