Sono 136 i calciatori convocati ai Mondiali in Qatar nati in una nazione diversa rispetto a quella che rappresentano. Tanti figli di immigrati in questo modo riscoprono radici e legami con terre di origine dei loro genitori in alcuni casi mai dimenticate. Ci sono due calciatori però che hanno uno status ancora differente: sono Awer Mabil, attaccante dell’Australia e Alphonso Davies, tuttocampista del Canada, entrambi nati in campi profughi per rifugiati.

Awer Mabil è nato il 15 settembre 1995 nel campo dell’UNHCR a Kakuma, in Kenya. I genitori erano scappati dal Sud Sudan e dalla guerra civile che ha insanguinato il Paese per decenni. Il bambino Awer è nato, cresciuto e si è appassionato al calcio in quel campo profughi, tra poco cibo e acqua razionata e con la sola possibilità di divertirsi che dava una palla fatta di sacchetti di plastica tenuti insieme alla meglio, giocando a piedi scalzi. All’età di 10 anni riesce a lasciare l’Africa e vola ad Adelaide, dove inizia a costruirsi insieme ai genitori un’esistenza del tutto nuova, senza però dimenticare la passione per il calcio. Passione e talento lo portano a essere notato da diversi talent scout e a giocare da ragazzino nel Campbelltown City e poi a firmare il primo contratto professionistico con l’Adelaide United. Dopo due anni e soprattutto i 7 gol con la squadra australiana, si accorge di lui la squadra danese del Midtjylland. Inizia così la storia europea di Awer Mabil, che gira diverse squadre e oggi è approdato al Cadice in Liga. Ha esordito nel 2018 con l’Australia, segnando subito all’esordio nella partita contro il Kuwait.

L’altro calciatore è molto più noto e affermato di Mabil. Alphonso Davies il 2 novembre 2000 nasce nel campo profughi di Buduburam, in Ghana, perché anche nel suo caso i genitori scappavano dalla guerra civile in Liberia. A cinque anni lascia il campo profughi e con tutta la sua famiglia arriva a Windsor, città dell’Ontario in Canada, per poi passare solo un anno dopo a Edmonton e iniziare a vivere serenamente e soprattutto a giocare a calcio sui campi d’erba della Northmount Elementary School. Un’insegnante di Educazione Fisica, Melissa Guzzo, si accorge subito dello strapotere fisico e della voglia di migliorare del ragazzo e lo iscrive a un programma di sviluppo e diffusione del calcio canadese, che per fortuna era gratuito, altrimenti la famiglia Davies non se lo sarebbe potuto permettere.

Grazie a questo progetto viene notato subito, passa per entrambe le squadre di Edmonton, Internationals e Strikers, e firma a 15 anni il suo primo contratto professionistico con i Vancouver Whitecaps, diventando il calciatore più giovane ad aver firmato un contratto da professionista nella MLS americana. Il suo talento è sproporzionato e il primo gennaio 2019 passa al Bayern Monaco, con cui ha già vinto quattro campionati, due Coppe di Germania, una Champions League con annesse Supercoppa Uefa e Coppa del Mondo per club. In Nazionale esordisce nel 2017, ma non segna subito come Awer Mabil. Attende la seconda partita, contro la Guyana francese, per fare una doppietta.

Chi esce dai campi profughi non vuole e non può dimenticarli. Awer Mabil ha fondato insieme a suo fratello Bul l’organizzazione benefica “Barefoot to Boots”, che opera proprio all’interno del “loro” campo profughi, quello di Kakuma, per fornire istruzione, assistenza sanitaria e opportunità di lavoro. Alphonso Davies è stato già al centro di tante attività di beneficenza e ha da poco affermato che tutto quello che guadagnerà durante i Mondiali lo devolverà ad associazioni benefiche in Canada, il Paese che ha accolto la sua famiglia. Due ragazzi nati senza una patria, giocano i Mondiali e portano con orgoglio la maglia di una nazione che li ha saputi accogliere e far crescere.

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