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42 anni: ecco quando si inizia a sentirsi vecchi. Lo studio: “Il 41% degli intervistati si vergogna di parlarne con il medico”

Secondo i risultati di un sondaggio condotto da OnePoll per il programma di gestione del peso Found, riportati da diverse testate tra cui il “New York Post”, l’americano medio inizierebbe a sentirsi “invecchiato” all’età di 42 anni

di 30science per Il Fatto

Forse non avrà tutte le caratteristiche che gli attribuisce la vulgata, ma sembrerebbe che la crisi di mezza età (o poco meno) abbia una certa base fattuale. Secondo i risultati di un sondaggio condotto da OnePoll per il programma di gestione del peso Found, riportati da diverse testate tra cui il “New York Post”, l’americano medio inizierebbe a sentirsi “invecchiato” all’età di 42 anni. Addirittura, il 15% degli intervistati, percepirebbe i segni del tempo già prima dei 35 anni. Il sondaggio è stato condotto su 2.000 americani con campioni rappresentativi per la Generazione Z, i Millennial, la Generazione X e i baby boomers.

Dall’indagine emergerebbe anche che gli intervistati inizino a notare di dover apportare delle modifiche alle loro routine di salute e benessere intorno ai 39 anni, anche se il 21% degli intervistati avrebbe ammesso di essere in una condizione di negazione circa i segni dell’invecchiamento del proprio corpo. Un altro 30% degli intervistati ammetterebbe di aver negato in passato il proprio invecchiamento, ma di averci poi fatto i conti. Di questi, il 61% avrebbe rimandato le modifiche necessarie alla propria routine di vita da tre a sei anni, mentre il 29% le avrebbe rimandate fino a due anni. Il sondaggio rileverebbe poi che dolore articolare (39%), insorgenza di condizioni croniche come l’ipertensione o il diabete (37%), metabolismo più lento (35% ) sono alcuni dei principali fattori che gli intervistati considererebbero segni del proprio invecchiamento. Quasi tre su 10 (29%) avrebbero ammesso di essere stressati o di sentirsi in ansia in relazione all’avanzare dell’età. Ben il 41% degli intervistati avrebbe dichiarato di provare vergogna o imbarazzo a discutere dei propri cambiamenti fisici con il medico di base.

“La ricerca ha scoperto che le storie che raccontiamo a noi stessi sul nostro peso e le nostre motivazioni per apportare cambiamenti allo stile di vita influenzano notevolmente il successo di quei cambiamenti”, ha dichiarato Laura Garcia, Direttrice del Clinical Design di Found, secondo quanto riportato dal “New York Post”. “Siamo abituati a concentrarci su ciò di cui vogliamo sbarazzarci e non su ciò che vogliamo ottenere. I cambiamenti positivi nello stile di vita ci danno l’opportunità di sentirci meglio con il nostro corpo ora e, soprattutto, ci consentono di continuare a fare ciò cui teniamo a lungo termine. Se siamo motivati a estendere la nostra salute e a prevenire gli effetti negativi del nostro stile di vita sui nostri corpi, sarà più probabile che manterremo questi cambiamenti nel corso degli anni, che è la chiave per una perdita di peso sostenibile e per la salute generale”.

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