Corre il titolo Tim in borsa, più volte sospeso al rialzo nel corso della mattinata. Da giorni sono in atto grandi manovre per la compagnia telefonica italiana, controllata al 23,7% dai francesi di Vivendi e al 9,8% da Cassa depositi e prestiti (Cdp) che dipende dal ministero del Tesoro. A spingere gli acquisti sono le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Alessio Butti che sabato scorso ha affermato “Il progetto Minerva” di rete unica tlc a controllo pubblico, elaborato da Fratelli d’Italia, “è prioritario” e “inizierò a sentire tutti gli stakeholder a partire dalla Cdp”. Il progetto di Fratelli d’Italia sarebbe quello di un’offerta pubblica di acquisto sulla società per poi rivendere gli asset della telefonia e usare il ricavato per ridurre il debito e mantenere il controllo pubblico dell’infrastruttura rete. Il problema è, naturalmente, il prezzo. Vivendi attribuisce alla sua partecipazione un valore di una trentina di miliardi di euro, Cdp la valuta la metà.

Butti ha ricordato “che prima tutti parlavano di più reti e noi unici di Fratelli d’Italia” parlavamo di “una rete saldamente nelle mani dello Stato, nessuno intendeva mettere in discussione il tratto verticale di Tim e invece noi vogliamo una rete aperta al mercato e alla competizione”. Il sottosegretario ha sottolineato poi l’importanza per il paese e l’innovazione della “rete unica e della banda ultralarga”. Ad accendere ulteriormente la corsa al titolo sono state indiscrezioni trapelate nel weekend secondo cui Vivendi sarebbe però discutere ad avviare un’ interlocuzione con il governo per trovare un accomodamento in tempi rapidi. Il punto di caduta potrebbe essere la possibilità che il governo lanci un’offerta parziale e non totalitaria sul gruppo, riducendo l’impegno finanziario a carico di Cdp. Nei giorni scorsi sono circolate anche altre ipotesi, a cominciare da quella della “grande ammucchiata” con Cdp, Vivendi e i fondi Kkr e Macquaire che lancerebbero un’offerta congiunta finalizzata a togliere la società dal listino di piazza Affari per poi gestire “in privato” la questione della rete.

I giochi sulla rete si sono riaperti dopo che Tim non ha rinnovato l’esclusiva a Cdp per la venduta della sua società di gestione dell’asset Fibercop. Cassa depositi e prestiti controlla già, insieme al fondo australiano Macquaire, Open Fiber, l’altro grande operatore del settore. L’obiettivo finale, a cui si lavora tra passi avanti, indietro e di lato, da anni è quello di unificare sotto il controllo di un unico soggetto la rete telefonica. Tim controlla anche l’ asset altamente strategico Sparkle società che gestisce Seabone (South East Access backBONE), la dorsale in fibra ottica sottomarina che collega oceano Indiano, Mediterraneo ed oceano Atlantico.

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