“La fiera dell’utero in affitto”. Così era stato definito dalla destra di questo Paese il convegno sulla gestazione per altri (Gpa) e fecondazione assistita che sta girando normalmente l’Europa, ma che, a Milano, dovette essere cancellato a causa delle polemiche politiche e mediatiche ricevute qualche mese fa.

Fui io l’unico politico lombardo a difendere la legittimità dell’evento, in nome del diritto al confronto laico sui temi, senza giudizi etico-morali precostituiti, ma fornendo informazioni e discutendo su quali possano essere i percorsi più idonei nell’affrontare il tema del desiderio di genitorialità dentro questo tanto sbandierato “inverno demografico italiano”.

Gli organizzatori del convegno “Un sogno chiamato bebè” riproporranno l’evento a Milano nel 2023. Intanto, però, sono da loro stato invitato ad assistere a questo “pericolosissimo” evento nei Paesi in cui si è potuto svolgere: ottobre a Colonia; novembre ad Amsterdam.

In Germania non ho visto manifestazioni di protesta o attacchi politici: solo tante persone, verosimilmente donne e uomini infertili, coppie omosessuali e aspiranti genitori single, in cerca di informazioni (l’ingresso era gratuito) sulle opzioni a disposizione nel perimetro della legalità che ogni Stato legittimamente fissa. Osservando i vari stand presenti, mi sono imbattuto in un’associazione di genitori che stava raccogliendo firme per una petizione di modifica della legge tedesca, che consente la donazione di sperma, ma vieta quella di ovociti, garantendo un aiuto di Stato solamente all’infertilità maschile, mentre, in caso di sterilità della donna, si deve per forza andare all’estero.

Loro si battevano per la legalizzazione dell’ovodonazione ed esponevano libri per bambini, per spiegare ai figli nati da fecondazione assistita o Gpa come fosse avvenuta la loro nascita.

Ho poi potuto approfondire pratiche e leggi di diversi ordinamenti internazionali: la fecondazione eterologa, ad esempio, è legale in Spagna, Portogallo, Bulgaria e Cipro (nord). Grazie alla lunga battaglia per la demolizione della Legge 40, questa possibilità è legale anche nel nostro Paese (e persino gratuita, con il servizio sanitario nazionale), e tuttavia, non essendoci campagne informative e alcun incentivo per chi dona, in Italia non ci sono donatori, con il risultato di dover importare con soldi pubblici cellule uovo e sperma dalla Spagna.

A questo proposito provai a lottare per l’ottenimento di una campagna di informazione presentando un emendamento al bilancio di regione Lombardia nel 2021: dicevo in aula, rivolgendomi alla Lega, che ovociti e sperma spagnoli possono essere contaminati da elementi arabi, vista la dominazione dei mori, e che quindi molto meglio sarebbe stato avviare una campagna di informazione sulla donazione di semi autoctoni, ancor meglio se lumbard. Neppure questo servì a convincerli: emendamento bocciato.

Arriviamo poi alla gestazione per altri. Altro grande protagonista del convegno. Un tema che, proprio in virtù della sua complessità, non può essere promosso o bocciato sulla base di ideologie prefabbricate e slogan, quanto partendo dai dati obiettivi e dai fatti reali.

A Colonia ho potuto approfondire le modalità di Gpa offerte da alcuni stati Usa, da Cipro (nord), dal Canada e dalla Colombia. Le proposte sono molto diverse a seconda delle leggi e della cultura dei vari Paesi: costi, tempi, tecniche mediche, requisito di altruismo assoluto per la gestante o possibilità di compenso economico, ecc.

Ho scoperto, ad esempio, che la più genuina tensione etica verso una Gpa umana arriva dalle coppie che ne hanno usufruito. Esistono network di genitori che si sono organizzati, coltivano dubbi, spacchettano fino nei dettagli le complessità dei problemi e portano avanti istanze migliorative. Con questa consapevolezza, a Milano, inviterò un network di coppie omosessuali che hanno iniziato a collaborare con la clinica di cui i sono serviti, migliorandone le policies e creando una fondazione in cui loro sono presenti per tutelare le donne che decidono di portare avanti la Gpa.

In Colombia, ad esempio, queste ragazze non ricevono solo una compensazione economica, ma possono proporre alla fondazione progetti per la loro vita (completamento degli studi, inizio di una attività commerciale…); ricevono consigli e servizi, migliorando concretamente la loro vita. Per tutte loro può essere l’inizio di un percorso di vita. La foto più bella è quella di 8 giovani donne (madri surrogate), che hanno ripreso e completato i loro studi grazie alla compensazione e consulenza ricevuta. Riscatto sociale da un lato e una famiglia dall’altro. La Gestazione insieme, gestazione con altre. Ci vediamo a Milano per approfondire, se ce lo consentiranno.

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