Si allarga il coro di coloro che chiedono lumi al ministero dell’Economia sulla relazione ‘sparita’ riguardo all’andamento del recupero dell’evasione fiscale e dell’impatto della flat tax. Dopo che Il Fatto Quotidiano, lo scorso 4 ottobre, ha fatto notare come il documento, solitamente pubblicato in allegato alla Nadef, non sia ancora stato pubblicato sul sito a oltre una settimana dall’approvazione della Nota di aggiornamento al Def, anche Pd e Italia Viva si fanno sentire. La Relazione 2022 sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva – preparata da una commissione di quindici esperti e consegnata al Tesoro in tempo utile – è ormai fantasma. Così per i dem tocca al senatore Antonio Misiani, ex vice-ministro dell’Economia nel governo Conte 2, ricordare che “i contenuti sono un patrimonio informativo importante per i cittadini”. Da qui la richiesta: “Mi auguro che lo faccia il prima possibile”, è l’auspicio rivolto al ministero guidato da Daniele Franco.

“Perché il governo non pubblica, come dovrebbe fare, in allegato al Def, la Relazione annuale che mostra l’andamento del recupero da evasione negli ultimi tre anni?”, si chiede invece Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze e responsabile economico di Italia Viva. “L’esigenza di non urtare la sensibilità di nessuno, qualora presente, credo valga meno dell’esigenza pubblica di sapere come sta andando la lotta all’evasione nel nostro Paese”, dice il renziano allargando il fronte delle richieste che aveva già coinvolto sindacati, Marco Grimaldi, neoeletto alla Camera per Verdi-Sinistra, e la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra.

Il fatto che la Relazione sia pronta è comprovato dalla presenza proprio nella Nadef di alcuni riferimenti al documento. Nel testo della Nota di aggiornamento al documento fiscale di economia e finanza, a pagina 99, c’è un focus sulle maggiori entrate strutturali dal miglioramento della compliance fiscale che fa riferimento alla Relazione 2022, spiegando che le maggiori entrate permanenti acquisite nel 2019 – e destinate quindi ad alimentare il Fondo speciale – ammontano a 1,393 miliardi. Perché quindi il ministero dell’Economia non ha ancora provveduto a rendere noto l’intero documento? Nella relazione sono attese nuove valutazioni sull’efficacia di misure come la fatturazione elettronica e l’avvio dell’interoperabilità delle banche dati grazie al decreto varato in estate che supera i problemi della privacy.

L’incrocio delle banche dati è però fumo negli occhi per il centrodestra, che sostiene si tratti di misure orwelliane. Non solo: come scritto da Il Fatto Quotidiano martedì, l’edizione 2022 contiene anche le prime valutazioni sull’impatto della flat tax al 15% per le partite Iva con redditi fino a 65mila euro introdotta dal governo gialloverde su richiesta della Lega. Una misura il cui potenziale effetto di incentivo a nascondere al fisco i ricavi superiori alla soglia è stato fin dall’inizio paventato dagli addetti ai lavori. Probabile che i risultati dell’analisi ex post possano non coincidere con gli orientamenti del prossimo governo, che punta all’ampliamento della tassa piatta agli autonomi con redditi fino a 100mila euro e a una tassa piatta “incrementale”, cioè solo sull’incremento di reddito rispetto a quello dell’anno prima, che varrebbe anche per i dipendenti. Importantissimi anche i nuovi dati sulle cifre recuperate grazie al miglioramento della compliance fiscale, da cui dipendono anche i fondi del Pnrr. Nel Piano, infatti, l’Italia ha promesso di recuperare 12 miliardi di euro entro il 2024 riducendo il tax gap del 15% rispetto al 2019.

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