Anche la Russia commenta l’esito delle elezioni in Italia. E lo fa con la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, secondo cui “tutto dipenderà dalle azioni concrete e dai provvedimenti presi in pratica dalle autorità italiane”, anticipando però che ogni valutazione, al momento, è “prematura”. Venerdì è invece in programma la cerimonia per l’annessione dei territori ucraini che hanno votato al referendum. La notizia era già circolata nei giorni scorsi, ma adesso arriva anche la conferma della presidenza russa: l’evento si terrà il 30 settembre alle 15 ora locale, al Cremlino, alla presenza del capo di Stato Vladimir Putin, ha annunciato il portavoce Dmitry Peskov. Il presidente Joe Biden sottolinea qual è la posizione degli Usa: “Voglio essere molto chiaro su questo tema: gli Stati Uniti non riconosceranno mai, mai e mai le rivendicazioni della Russia sui territori sovrani dell’Ucraina”. La Commissione europea a sua volta ribadisce ancora una volta di “non accettare i referendum farsa” e di non accettare “mai nessuna annessione dei territori ucraini occupati”, mentre Volodymyr Zelensky ha convocato il Consiglio di Sicurezza ucraino. In un intervento pomeridiano, invece, il presidente russo Putin accusa l’Occidente di aumentare le tensioni nei territori dell’ex Unione sovietica, provocando rischi nell’intera regione dell’Asia-Pacifico. I Paesi occidentali, ha aggiunto, sono pronti a “mettere in pericolo ogni Paese, trasformandolo in un epicentro di crisi, provocando rivoluzioni colorate e bagni di sangue“. E proprio la dissoluzione dell’Unione Sovietica, dice il leader del Cremlino, deve essere vista come una delle cause dell’attuale conflitto ucraino. In serata, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante una conversazione telefonica ha chiesto a Putin passi da parte di Mosca per far calare le tensioni in relazione all’annessione dei territori. Erdogan ha invitato Putin a dare una nuova possibilità a negoziati con Kiev, facendo sapere che la Turchia è pronta ad assumere un ruolo di facilitazione a riguardo.

Proseguono le fughe dal Paese – Centinaia di migliaia di cittadini russi intanto continuano a tentare la fuga dal Paese, per paura di rientrare nel gruppo di persone richiamate al fronte in seguito alla mobilitazione parziale che – dicono fonti ucraine – ha già portato ad arruolarsi 100mila persone. Le code ai valichi di frontiera continuano ad allungarsi e la Finlandia, uno dei principali Paesi di destinazione di chi fugge, ha annunciato che chiuderà i confini ai turisti russi a partire dalla notte tra giovedì e venerdì, secondo quanto scrive il quotidiano Helsingin Sanomat che annuncia una conferenza stampa del governo per spiegare le nuove regole per l’ingresso dei russi alla frontiera.

L’ambasciata italiana invita a lasciare la Russia – E anche l’Italia, dopo Stati Uniti, Bulgaria e Polonia, invita i connazionali in Russia a considerare l’idea di lasciare il Paese: “Considerata la più recente evoluzione del contesto internazionale e la crescente difficoltà nei collegamenti aerei e su strada in uscita dalla Russia, si raccomanda ai connazionali presenti in Russia di valutare se la permanenza sia necessaria e, in caso contrario, di lasciare il Paese”, si legge sul sito dell’ambasciata a Mosca. “Sta diventando progressivamente più difficile spostarsi per via aerea dalla Federazione Russa verso l’Italia e altri Paesi terzi”, prosegue la nota, sottolineando che “si registra in questi giorni un vertiginoso aumento del costo già elevato dei biglietti venduti dalle compagnie aeree e si ha notizia di lunghe code in alcuni valichi di frontiera che collegano la Federazione russa con alcuni Paesi confinanti”. Qualche ora prima la stessa comunicazione era arrivata dall’ambasciata romena, che avvertiva tra l’altro di “evitare luoghi affollati nei quali sono in atto manifestazioni e di non lasciarsi coinvolgere negli sviluppi di eventuali azioni di protesta o altre manifestazioni che possano degenerare in violenza urbana”.

Nord Stream, Nato: “Risponderemo uniti” – La Nato nel frattempo avverte di nuovo Mosca e si dice pronta “a rispondere unita e con determinazione a qualsiasi attacco deliberato contro le infrastrutture critiche degli alleati”, in riferimento a quello che viene ormai considerato un “sabotaggio“, ossia i danni ai gasdotti Nord Stream. “Il danneggiamento dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 nelle acque internazionali del Mar Baltico desta profonda preoccupazione – aggiungono – Tutte le informazioni attualmente disponibili indicano che si tratta del risultato di atti di sabotaggio deliberati, sconsiderati e irresponsabili”. La risposta del Cremlino arriva immediata: gli incidenti ai gasdotti Nord Stream sembrano “un atto terroristico, probabilmente di un Paese straniero”, ha detto Peskov aggiungendo che “sono state avvistate truppe Nato nell’area“.

Turchia: “Non riconosciamo i referendum di annessione” – Anche il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, punto di contatto tra Mosca e il blocco Nato-Ue, considerato il mediatore di un eventuale tavolo di pace, condanna la decisione del Cremlino di annettere i territori ucraini occupati: “I referendum causano problemi – ha dichiarato in un’intervista alla Cnn Turk – Avrei preferito che non li avessero tenuti. Dovremmo risolvere questo problema attraverso la diplomazia”. Il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha poi annunciato che “non riconosciamo il risultato di questi referendum. Non abbiamo mai riconosciuto l’annessione della Crimea e abbiamo chiarito che non riconosceremo il risultato di questi referendum”. Una posizione coerente all’atteggiamento tenuto internamente, dove il governo centrale sta portando avanti una guerra senza tregua contro i movimenti curdi che rivendicano la propria autonomia. “I cosiddetti referendum nelle regioni occupate sono stati condotti durante un conflitto armato, in aree sotto l’occupazione russa, e al di fuori del quadro giuridico e costituzionale dell’Ucraina. Non possono essere definiti un’espressione genuina della volontà popolare”, ha detto invece il segretario generale dell’Onu António Guterres.

Sul campo – Le istituzioni locali parlano di due morti e 12 feriti in un attacco con bombe a grappolo a Mykolaiv, città portuale nel sud del Paese. I missili russi hanno colpito nella notte anche un’area residenziale della città orientale di Dnipropetrovsk uccidendo tre civili, tra cui un bambino, mentre altri cinque sono stati feriti. Il capo dell’amministrazione militare regionale, Valenyn Reznichenko, ha detto che “i russi hanno colpito Dnipro con missili nella notte, prendendo di mira aree residenziali. Al momento sono stati segnalati tre civili uccisi, tra cui un bambino. In cinque sono stati feriti, tra cui una ragazza di 12 anni. I soccorritori stanno rimuovendo le macerie dove potrebbero esserci altre persone”. Da Mosca denunciano invece che “decine” di profughi che fuggivano dalla regione di Kharkiv sono stati uccisi nel bombardamento del loro convoglio da parte di forze ucraine, secondo quanto afferma Rodion Miroshnik, capo dell’ufficio di rappresentanza della autoproclamata Repubblica di Luhansk. Dalla Russia denunciano un attacco incendiario alla sede di una caserma militare, dice il commissario militare della regione di Novosibirsk, Evgeny Kudryavtsev. “Il 29 settembre”, ha scritto su Telegram”alle 6.25 è stato fatto il tentativo di dare fuoco al commissariato dei distretti di Kirovsky e Leninsky della città di Novosibirsk. Cocktail molotov sono stati lanciati contro due finestre, provocando un incendio esteso ma subito spento”.

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