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Meloni rischio per l’Ue? “Più pragmatica che neofascista”, “Non è il diavolo”, “Euro a rischio”: i commenti sulla stampa estera

Alla luce dei risultati netti ottenuti dalla coalizione di centrodestra, i media internazionali cercano di ipotizzare quali possano essere i nuovi equilibri all'interno dell'Unione. I giornali tedeschi paventano il rischio di terremoto politico ed economico, in Spagna El País parla di "minaccia italiana" mentre El Mundo non prevede "una rottura radicale all’interno dell’Ue", come l'inglese Independent. Più critico il Guardian
Meloni rischio per l’Ue? “Più pragmatica che neofascista”, “Non è il diavolo”, “Euro a rischio”: i commenti sulla stampa estera
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Il risultato delle elezioni politiche italiane impegna le pagine di molti giornali internazionali. Al centro del dibattito c’è il futuro posizionamento del nuovo governo a guida Giorgia Meloni nell’ecosistema politico europeo. L’Unione europea – su tutti la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – ha manifestato già prima del voto la preoccupazione di vedere a Palazzo Chigi un esecutivo sovranista ed euroscettico sulla linea di Ungheria e Polonia. Alla luce dei risultati netti ottenuti dalla coalizione di centrodestra, i media internazionali cercano di ipotizzare i nuovi equilibri all’interno dell’Unione.

Il trionfo della destra e il rischio di una deriva estremista sono visti come un possibile terremoto politico per il continente dai giornali tedeschi. Per Die Welt “la vittoria di Giorgia Meloni ha conseguenze per l’Europa” e può mettere la moneta comune “a rischio”. Handelsblatt parla di “nuovo fattore di disturbo per l’Ue” e di mercati “scioccati” dalle urne italiane. All’interno dedica anche una colonna alla leader politica “radicale e spiacevole per l’Europa”.

Süddeutsche Zeitung, giornale liberale attento anche ai temi sociali, apre sulla leader di Fratelli d’Italia, definita “postfascista”, e si interroga sui possibili cambiamenti delle politiche economiche europee nei confronti dell’Italia, ora che il Paese “ha sterzato chiaramente a destra con la prima donna al governo”: “Roma riceverà ancora soldi? L’Italia è il Paese che trae maggior vantaggio dal Recovery Fund. Questo potrebbe cambiare”.

Il conservatore Frankfurter Allgemeine Zeitung ridimensiona il rischio democratico paventato da altre testate. Nell’editoriale dedicato alle elezioni titola: “Non è il diavolo”, poi aggiunge nell’articolo che “l’esito del voto non è un terremoto catastrofico che mette a rischio la democrazia nel Paese o l’Europa”. Anche Der Tagesspiegel apre sulla vittoria di Meloni e sulla sua collocazione europea, aggiungendo un’analisi su come il potere continentale si stia aprendo alle donne, purché abbiano precise caratteristiche: conservatrici e di destra.

Anche i giornali del Regno Unito dedicano molte battute all’analisi del panorama politico europeo post urne. Il Times, in un editoriale intitolato “La nuova leader italiana potrebbe rivelarsi più pragmatica che neofascista”, sottolinea che “Meloni finora ha dimostrato di essere una pragmatica conservatrice piuttosto che una tipica fautrice della linea dura nella compagine di estrema destra”. Anche per l’Independent è “improbabile che si crei una grave spaccatura con l’Ue”.

Molto più critica la posizione del Guardian che mette in evidenza come alcuni Paesi dell’Unione abbiano già manifestato la volontà di vigilare sull’Italia in fatto di diritti umani. L’analisi, dal titolo “L’Europa aspetta che Meloni riveli la sua vera identità“, spiega come “per ottenere le chiavi del potere la nuova destra populista, guidata da leader schietti e anti elitari, è stata pronta a reinventarsi”. Lettura opposta per i conservatori del Daily Telegraph: in un editoriale dal titolo “L’ipocrisia dell’Ue” critica gli attacchi già arrivati da Bruxelles contro la leader di Fratelli d’Italia, sottolineando come si stia dibattendo della tenuta democratica di un governo eletto.

Anche dalla Spagna vengono dedicati molti editoriali alle politiche italiane. Il progressista El País parla di “minaccia italiana”, spiegando che “la vittoria dell’estrema destra sfida il cuore dell’Europa e gli stessi valori che giustificano l’Unione Europea”. Dovrà essere Bruxelles a “gestire con intelligenza politica” il rapporto di Meloni con l’Unione. I catalani di La Vanguardia mettono l’accento sul ruolo di Forza Italia nella coalizione vincente: “I 45 seggi di Berlusconi alla Camera ei 18 al Senato gli regalano uno scettro essenziale per far sì che la maggioranza di destra rimanga in piedi”, sostiene l’editoriale.

El Mundo, nonostante definisca Fratelli d’Italia come una forza politica “ultra-conservatrice ed eurofoba“, non prevede “una rottura radicale all’interno dell’Ue”, sostenendo che un governo con posizioni radicali affronterebbe diversi “contrappesi”, sia in termini di quadro istituzionale in Italia, sia legati all’attuale situazione economica. “Ma l’Ue deve rimanere vigile”, avvisa.

Il conservatore Abc analizza che il governo italiano dovrà affrontare con urgenza tre importanti compiti: la stabilità politica, i problemi economici dell’attualità e le politiche europee. “Meloni deve proporre una riaffermazione credibile dell’impegno italiano per l’Europa, che non lasci spazio ad ambiguità, perché l’Italia non è, né dovrebbe essere, la Polonia o l’Ungheria”, si legge sulle pagine del giornale.

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