“Potevo fare ancora meglio? Forse. Ho dato tutto me stesso? Sì, senza il minimo dubbio”. Sinisa Mihajlovic saluta così i tifosi del Bologna il giorno dopo essere stato esonerato. Dopo che dal 2019 sedeva sulla panchina di allenatore, si sente di poter “guardare tutti a testa alta e non rimproverarmi nulla”. L’ex tecnico non nasconde, però, di non essere d’accordo con le motivazioni dietro la decisione della dirigenza della squadra, arrivata dopo solo cinque giornate di campionato: “Non capisco questo esonero. Lo accetto, come un professionista deve fare, ma ritenevo la situazione assolutamente sotto controllo e migliorabile”.

Mihajlovic, nella sua lettera ai tifosi del Bologna pubblicata sulla Gazzetta dello Sport, tiene a precisare che la decisione presa dalla squadra non ha nulla a che vedere con le sue condizioni di salute, che definisce “in costante miglioramento”, tanto che i controlli sono diventati “sempre più saltuari”. Il suo carattere e la sua determinazione gli hanno impedito di dimettersi come avrebbero voluto i vertici, che sono stati quindi costretti a esonerarlo.

“Ho smussato qualche angolo, ma resto un serbo spesso duro, schietto, brusco: non sempre ho saputo esprimere i miei sentimenti di gratitudine“, scrive l’ex allenatore. Questo non gli impedisce di esprimere affetto a tutti i tifosi e anche al team tecnico del Bologna. “Ho sentito la stima per l’allenatore e quella per l’uomo. Il vostro calore mi ha scaldato nei momenti più difficili”, scrive ricordando le lunghe “processioni” per lui sotto il San Luca e i numerosi incoraggiamenti ricevuti per strada.

Mihajlovic rivendica, infine, di aver “risposto presente con il mio feroce senso del dovere, non trascurando nulla del mio lavoro, svolgendo al massimo il mio ruolo, anche nelle condizioni più drammatiche, per regalare ai tifosi e al Bologna le soddisfazioni che meritano”.

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