La compagnia statale russa Gazprom chiude “a tempo indefinito” il gasdotto Nord Stream 1 attraverso il quale fornisce il metano all’Europa occidentale, Italia inclusa. Ma i titoli dei nostri giornali (a differenza di quelli del resto del continente) sono tutti ancora dedicati al dibattito sul tetto europeo al prezzo di acquisto del gas, la bacchetta magica invocata da governo e partiti per far fronte ai costi insostenibili dell’energia. Un paradosso, perché la misura (ancora tutta da definire, i ministri dell’Unione ne parleranno il 9 settembre) rischia di arrivare a tempo scaduto e di risultare del tutto inutile, se (come dicono gli esperti) l’interruzione delle forniture è destinata a diventare definitiva. A ricordarlo, da ultimo, è stato anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: “La Commissione deve presentare proposte con urgenza: non possiamo permetterci il lusso di attendere settimane o mesi”, ha detto in un’intervista alla Stampa.

Eppure Repubblica celebra l’Occidente che “si ricompatta” con due mosse, scrive, “potenzialmente dirompenti“: l’apertura al tetto al prezzo del gas da parte della presidente dell’esecutivo Ue Ursula von der Leyen e l’ok del G7 al price cap sul petrolio di Mosca. La notizia dello stop ai flussi, una variabile in grado di azzerare il resto del discorso, è relegata a margine. Lo stesso fa il Corriere, che titola “Tetto sul gas e petrolio russo. Europa e G7, scontro con Mosca”, ignorando praticamente la chiusura del gasdotto. E nell’editoriale di spalla celebra “la tenuta e la forza dei valori” nonché “la svolta” del tetto al prezzo del petrolio approvato dal G7: “Dura batosta per Putin, serio impegno per noi”. Nessun accenno al fatto che Putin, alla faccia dei tetti, il gas non ce lo stia vendendo proprio più. Nel testo dell’articolo sul tema del Sole 24 Ore, addirittura, la notizia è confinata in una parentesi. Il Foglio dà fiato alle fanfare: “Ehi, il prezzo del gas sta crollando“, festeggia nell’editoriale Claudio Cerasa, che afferma: “La combinazione tra gli annunci sul price cap e gli stoccaggi ha fermato gli speculatori. Risultato: meno 30 per cento (Gazprom reagisce)”. Anche qui, la parentesi funge da omaggio alla cronaca.

Del tutto diverso il panorama sulle prime pagine dei quotidiani del resto d’Europa. Ecco l’apertura di El País: “Putin chiude il rubinetto del gas fino a nuovo ordine” . Il Wall Street Journal: “La Russia ferma i flussi dal gasdotto”. The Indipendent, titolo a tutta pagina: “La Russia accelera la guerra dell’energia tagliando le forniture di gas”: “Una mossa”, si legge nell’articolo, “che intensifica le prospettive di blackout in tutto il continente e aumenta i timori di impennate dei prezzi e razionamenti”. The Times: “Putin colpisce l’Occidente con un nuovo stop al gas”. Sommario: “La chiusura indefinita minaccia di far schizzare i prezzi”. La Frankfurter Allgemeine Zeitung: “Gazprom ha interrotto la fornitura attraverso il Nord Stream 1”. Anche le homepage dei siti stranieri, sabato mattina, aprivano tutte con la stessa notizia: “La Russia sospende a tempo indefinito il gasdotto Nord Stream verso l’Europa” (Financial Times); “Consegne sospese, riempimento degli stock, rischio razionamenti: otto domande sull’approvvigionamento di gas in Francia” (Le Monde); “L’Ue protesta per la chiusura del gasdotto” (The Guardian). Quelle italiane, invece, danno ampio spazio alla Serie A, alla Formula 1 e alla cronaca. Tanto poi arriva il tetto.

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