È sempre stato un suo cavallo di battaglia, la guerra in corso alle porte dell’Europa non gli ha fatto cambiare idea: Matteo Salvini vuole il ritorno del servizio militare obbligatorio. Il leader della Lega ha rilanciato la sua proposta pochi giorni fa durante un comizio a Pinzolo, poi allo stabilimento di Novavita di Giulianova e ancora ieri sera (giovedì) a Capitello, nel Salernitano: “Se ci date fiducia”, quando saremo al governo “farò di tutto per reintrodurre un annetto di servizio militare. Per i nostri ragazzi e per le nostre ragazze potrebbe essere molto utile”. Era una vecchia proposta del 2018, riciclata da Salvini anche durante questa campagna elettorale, nonostante gli anni passati al governo prima Conte I e poi Draghi. Nonostante l’invasione russa dell’Ucraina abbia cambiato lo scenario generale, come ha sottolineato Antonio Nicolosi, segretario generale di Unarma, sindacato dell’Arma dei carabinieri: “La leva militare obbligatoria è un palliativo che non risolverebbe i problemi del comparto difesa italiano: arruolare giovani impreparati rischia anzi di creare complicazioni organizzative nei Comandi in un momento delicato per la difesa internazionale“.

La sospensione della leva militare in tempo di pace fu introdotta dalla legge delega 331 del 2000, su impulso dell’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all’epoca ministro della Difesa. Quattro anni dopo il governo Berlusconi II con la legge Martino anticipò al 2005 la sospensione: al Senato il 29 luglio 2004 anche la Lega votò a favore dello stop al servizio militare obbligatorio. Salvini invece, da segretario del Carroccio, ha fatto ben presto della leva obbligatoria un suo mantra. Già nel 2015, ad esempio, su Facebook si trova traccia di un suo attacco a Fedez: “Penso che un anno di servizio militare gli farebbe bene”. Pochi anni dopo diventa uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale. E anche da ministro dell’Interno del governo gialloverde, Salvini (a parole) parla di “reintrodurre il servizio militare alcuni mesi e il servizio civile per i nostri ragazzi”. Il motivo? “Così almeno si impara un po’ di educazione che i genitori non sono in grado di insegnare”. Così diceva ad agosto 2018, con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta che invece spiegava: “I nostri militari sono e debbono essere professionisti.

Oggi sembra di assistere a un dejà vu: Salvini ancora ripete di essere favorevole al ritorno “del servizio di leva, magari su base regionale“. “Credo sia un passo avanti quello di insegnare ai giovani che non esistono solo i diritti ma anche i doveri“, ha detto martedì sera durante il comizio sulle coste abruzzesi. Il giorno dopo è arrivata la replica di Nicolosi: “L’esercito italiano vanta eccellenze riconosciute in diversi teatri di guerra, tant’è che spesso gli Usa chiedono l’apporto dei carabinieri italiani. L’introduzione di adolescenti da formare rappresenterebbe sì un’iniezione di aria fresca per le Forze Armate, oggi sottorganico e stressate, ma per risolvere i problemi del comparto militare è importante puntare sulla qualità, sulle competenze e sulla preparazione, non solo sulla quantità di personale”, spiega il segretario del sindacato dell’Arma dei carabinieri. “È il motivo per cui Unarma chiede da tempo di valorizzare le professionalità nelle Forze dell’Ordine con incentivi e meriti. La disciplina è un valore nelle forze di pubblica sicurezza – conclude Nicolosi – ma non vogliamo che la leva sia raccontata come metodo punitivo: è un onore essere al servizio del Paese”.

Anche gli italiani sono divisi sulla possibilità di reintrodurre la leva militare obbligatoria. Secondo un sondaggio realizzato dalla società IZI fra il 22 e il 23 agosto, il 53,5% degli intervistati è favorevole, mentre il 46,5% è contrario. Una leggera maggioranza a favore del sì, dunque, dovuta però al fatto che oltre due terzi degli over 55 vorrebbero il ritorno del servizio militare. Già gli intervistati che hanno tra i 35 e 54 anni esprimono un 56,5% di sì. Mentre la situazione si ribalta completamente nella platea degli under 35: il 71,1% dei giovani, infatti, è contrario al ritorno della leva militare. Inoltre, anche tra i favorevoli, emergono dei distinguo: il 45,9% ritiene che i giovani debbano poter scegliere tra il servizio militare e il servizio civile, mentre un altro 10,2% ritiene che la leva debba riguardare solo coloro che non studiano e non lavorano. Inoltre, 4 intervistati su 10 sottolineano che la leva dovrebbe dare spazio a competenze e istruzione, non solo alla formazione militare.

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