“Combattere le droghe, le devianze e crescere generazioni di nuovi italiani sani e determinati”. Devianze. Ha usato questo termine Giorgia Meloni nel video diffuso domenica sui social per spiegare l’importanza che avranno gli stanziamenti per lo sport in un suo ipotetico futuro governo. Una parola – messa in contrapposizione, nella stessa frase al termine “sani” – che ha scatenato già nella giornata di ieri accese polemiche, non solo per il linguaggio che a molti ha richiamato quello del Ventennio, ma anche e soprattutto per il messaggio.

Se non sono le droghe, già citate nella frase, cosa sarebbero queste generiche “devianze”? All’interno di Fratelli d’Italia il concetto non deve essere stato chiaro fin da subito, se alle 13.27 di lunedì, per rispondere agli attacchi di Enrico Letta (#vivaledevianze), sul profilo twitter ufficiale del partito è stata postata una card che ha confermato i peggiori sospetti. Si legge: “Devianze giovanili: droga, tabagismo, ludopatia, autolesionismo, obesità, anoressia, bullismo, baby gang, hikikomori”, una condizione causata da un forte disagio sociale. Una lista che include fragilità tipiche dell’età adolescenziale, o le dipendenze, che si configurano spesso come drammi per chi le vive e per le famiglie. Per Fratelli d’Italia, una sola parola per tutto: devianze. Il candidato del Partito democratico Filippo Sensi, che più di tutti si è battuto nell’ultimo anno per il bonus psicologico ed è vigile sui temi delle fragilità, ha scritto: “Questa lista di ‘devianze giovanili’ non è solo schifosa. È un oltraggio a tutte quelle persone che soffrono, che combattono, che vivono la loro vita. L’obesità, una devianza? L’anoressia? L’autolesionismo? Venitelo a dire alle famiglie, alle persone. Oltre la vergogna più nera”.

Il post di Fratelli d’Italia è durato poco, pochissimo. La card sugli account social è stata cancellata. E poco dopo è uscito un nuovo video di Giorgia Meloni, che non facendo alcun riferimento alla precedente interpretazione da parte del suo partito, ne ha data un’altra, senza elencare le patologie o le dipendenze. Senza insistere sulle cause ma solo sugli effetti che alcune di esse producono, cioè gli atteggiamenti di aggressività, che sfociano in reati. Insomma una precisazione. Ma esposta come se fosse una risposta a un attacco e non una mezza marcia indietro rispetto a un autogol del suo partito. Le sue parole nel video di lunedì: “Non lo voglio dire con le parole mie, se voi aprite Internet, Wikipedia dice che le devianze sono comportamenti che violano le norme. Ancora meglio: il sito adolescenza.it, un sito che si occupa dei ragazzi dal punto di vista scientifico, ci spiega meglio il tema delle devianze giovanili, dicendo che ‘in adolescenza tali comportamenti si possono manifestare con modalità che si differenziano per persistenza e gravità da atteggiamenti più di natura oppositiva, quali disobbedire o mentire, la violazione delle leggi, l’uso e l’abuso di sostanze stupefacenti, il vandalismo e la violenza contro la persona’. Enrico Letta: viva le devianze?”

Calenda non ha perso occasione per attaccare entrambi i protagonisti: “Definire deviante una persona con patologie dell’alimentazione è da ignoranti pericolosi. Enrico Letta che risponde viva le devianze è livello quarta elementare. Così questa campagna sta degenerando nel ridicolo”. Mentre il senatore del Pd Roberto Rampi ha concluso: “Aver cancellato il tweet sulle devianze non è sufficiente a cancellare la colpa di Fdi e di Giorgia Meloni per aver offeso tante persone e tante famiglie che soffrono. Siamo ad un livello e a toni di campagna elettorale umilianti per un paese civile”. Anche le “devianze”, anzi le patologie dell’adolescenza, finiscono così nel tritacarne della campagna elettorale.

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